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Franco Stanzione

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- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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domenica 16 agosto 2009

Le mie prime canne - 1^ parte

Questa mattina non ce l' ho fatta ad alzarmi da letto quando è suonata la sveglia (dovevo andare a pescare all' Ofanto).
Mi sono alzato alle 7,30 ma ormai avevo perso il momento magico per la pesca che non può che essere l' alba: sono 41 anni ormai che vado a pesca solo ed esclusivamente alle prime luci del giorno.
Ho quindi ripensato, mentre nostalgicamente riflettevo sulla mancata pescata di oggi, alle mie prime attrezzature, che conservo ancora come cimeli: una cannetta fissa ed una da spinning.
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1) La mia prima canna fissa
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Questa è in assoluto la mia prima canna, di bambou in tre pezzi, per un totale di tre metri.
La acquistai per mi pare trecento lire nel 1969 da un negozietto di Largo Sant' Angelo, a Molfetta, che si chiamava "Caccia, Pesca e Sport".
Il negozio era di un vecchietto che di caccia e pesca non ci capiva niente, però allora era l' unico negozio anche di caccia che c' era a Molfetta; una volta morto il vecchietto il negozio è stato chiuso e di caccia a Molfetta non se ne è parlato più.
Purtroppo Molfetta non è città di cacciatori e questo mi dispiace molto perchè anche io, se avessi avuto degli esempi da seguire nel campo della caccia, sicuramente a quest' ora il porto d' armi e la licenza ce li avrei.
Dire quanti pesci e di che stazza ha pescato questa canna, ai poveri pescatori di plastica odierni sembrerebbe una eresia.
Chi invece in passato ha vissuto la pesca così come la ho vissuta io, può rendersi facilmente conto che quanto dico corrisponde a verità.
In posti dove ora sarebbe impensabile anche pescare, quella cannetta ha preso salpe e cefali che metterebbero in crisi anche le blasonate canne al carbonio di oggi.
Devo però anche prendere coscienza del fatto che ormai oggi, abituato a ben altro, anche io con quella canna non saprei più pescare ... per prendere che cosa poi? ... questo è il punto.
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2) La mia prima canna da spinning
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Questa canna risale al 1977, a quando cioè ho fatto la mia prima licenza di pesca in acque interne, avendo dal 1969 ad allora pescato solo al mare.
Logicamente non avendo ancora la patente, chi doveva portarmi al lago o al fiume?
Dopo infatti le prime e fruttuose esperienze in acqua dolce, mi innamorai dello spinning, ma c' era un problema: purtroppo canne da spinning dalle mie parti non se ne vendevano, perchè allora nemmeno si sapeva a Molfetta cosa fosse la pesca con gli artificiali.
Anzi quando dicevo in giro che pescavo nel fiume Ofanto, mi chiedevano meravigliati: "perchè nell' Ofanto ci sono i pesci?"
Fu allora che elaborai un progettino per una canna da 2,10 metri, sulla base di quanto indicato negli articoli a cura di Giandomenico Bocchi su "Pescare" (... tutt' altra cosa rispetto alla rivista di oggi ...) e lo sottoposi al mio carissimo amico Mimì Lorusso, grandissimo pescatore e costruttore di canne da pesca artigianali in Bisceglie, a 10 chilometri da Molfetta; ora Mimì è ultraottantenne e, ormai vedovo, vive a Milano presso una figlia.
Di lui parlerò in seguito.
Mimì si mise all' opera e confezionò la canna che si vede in foto, con fusti della "Lerc" (francese) e manico in sughero, come piace a me.
Anche con questa canna ho fatto pescate memorabili dal 1977 al 1981 (anno in cui partii per il militare a Cremona e tra lì e la vicina Milano ebbi modo di scoprire tutte le novità nel mercato della pesca, non solo a spinning).
C' erano giorni e giorni di seguito (allora andavo a pescare ogni giorno) in cui prendevo dai 100 ai 150 cavedani nell' Ofanto, tra Margherita di Savoia e Barletta (ora lì di cavedani non c' è più nemmeno l' ombra, e non certo per colpa mia, giusto per spegnere la cretina ironia di qualche eventuale lettore sostenitore del sacro dogma del C & R a tutti i costi).
I pesci li portavo tutti a casa e li distribuivo ad amici e conoscenti dei miei nonni materni, alla casa dei quali facevo capo ogni volta che ritornavo dalla pesca.
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Ricordi di un' epoca che non tornerà mai più; davvero posso dire di aver fatto appena in tempo a vedere cosa potevano offrire allora il mare e le nostre acque interne a chi andava a pescare.
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P.S. : Cliccare sulle foto per vedere i particolari delle canne.
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Testo e foto di Franco Stanzione.