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Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

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venerdì 23 luglio 2010

Intervista con ... l' assassino

Questa volta, per la serie LA MIA OPINIONE SU ... riporto la simpatica intervista che ha voluto farmi la signorina Elisabetta Pansini, una mia carissima amica, persona squisita ed intelligente con la quale sono stato subito a mio agio, nonostante la mia doppia età rispetto alla sua (non a caso di professione è psicologa).

E’ da un po’ che sentivo parlare, nell’ambiente dei pescasportivi molfettesi, di un certo tal “Orso Bruno”, sarà per via del suo look, con un corvino, senza rischio canizie, folto onor del mento che lo contraddistingue, sarà per la sua divisa, interamente nera, da Priore di una delle due arciconfraternite di questa città, sarà per questa sua, presunta, mania di andare a pesca in solitudine …
Nonostante la maldicenza e la diceria insistenti, bramavo da lunga pezza incontrarlo, conoscerlo personalmente, scambiarci quattro chiacchiere, in materia alieutica e non solo … e, siccome, mia prerogativa è far parlare anche le pietre, mi sono recata nella sua magione, fingendomi una curiosa neofita della pesca, per intervistarlo e saperne un po’ di più su di lui.
Gentilissimo dr. Stanzione … impera in ogni dove, nel web, questa sua fama, di pescatore solitario, scontroso, fissato, burbero e quant’altro … ma siccome la mia filosofia di vita è “can che abbaia, non morde”, noncurante di codeste voci di corridoio, ho voluto incontrarla. Mi spiega donde nasce questa nomea?!
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Non so da dove nasca quella che tu chiami nomea, né mi interessa chi e perché me la abbia affibbiata.
Dico solo che:

1) Se “pescatore solitario” significa non voler essere vincolato ad orari ed esigenze degli altri quando vado a pescare, allora sono un pescatore solitario.
2) Se “scontroso” significa che amo scegliermi la compagnia e non voglio che me la impongano, allora sono scontroso.
3) Se “fissato” significa che per me la pesca è una delle poche cose che nella vita mi gratificano veramente, allora sono fissato.
4) Se “burbero” significa che mi piace la libertà e non voglio che altri si impongano su di me, soprattutto se parliamo di un hobby quale la pesca … sì, sono burbero.
5) Quanto al “quant’ altro” … dicano e pensino ciò che vogliono di me, perché chi occupa il suo tempo a porsi problemi su come sono fatto io … beh, questo è un problema suo, non mio.

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Incomincio subito con una domanda pretenziosa: che opinione nutre in merito ai suoi “colleghi”, concittadini e non, giovani e meno giovani?! Opinione sia in ambito alieutico che, naturalmente, dal punto di vista umano ...
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Non ho alcuna opinione per ciò che riguarda i miei concittadini che fanno della pesca sportiva il loro hobby preferito; la pesca è una attività individuale e, come tale, ognuno la interpreta come vuole, coerentemente con quell’ idea di massima libertà che a me è molto cara. Quindi ciò che penso è applicabile ai pescatori molfettesi così come a quelli di tutto il mondo.
Noto piuttosto che, pur essendoci uno scarso ricambio generazionale nella pesca, i giovani che vi si avvicinano, lo fanno con un minor senso, se mi può essere passato il termine, di poesia, nel senso che a loro interessa più la tecnica che l’ ambiente mare o fiume; vero è che nel 1969, quando ho iniziato a pescare io, di pesce ce n’ era così tanto che non si badava molto ai tecnicismi, però un po’ più di attenzione a ciò che li circonda, sarebbe per loro più gratificante.
Ultimamente, pur essendo io caratterialmente fuori dalle frequentazioni di queste giovani leve, mi risulta che ci sia anche qualche elemento un po’ fuori dal tempo, che in preda a chissà quale delirio di onnipotenza, si è auto nominato “Messia della pesca sportiva” ed imperversa dappertutto annunciando a destra e a manca il suo “Verbo”, attribuendo alle sue teorie una valenza assoluta. Trattasi chiaramente di gente che non ama lavorare e che sublima nella pesca i suoi fallimenti nella società e … con le donne. Gente “viscida” con cui non mi sono mai sognato, né mi sognerei di avere a che fare.

 
Se dovesse dar un consiglio ai giovani che vede rumoreggiare nei pressi dei luoghi a lei più graditi, cosa direbbe?!

Non so rispondere. Primo, perché nei posti dove vado io non c’ è mai nessuno (non a caso vado a pescare sempre durante la settimana e non la domenica, anche per evitare la vicinanza di comitive del tipo di chiassose "oche giulive" che ultimamente mi risulta abbiano preso a battere gli stessi luoghi da me frequentati;
secondo, perché in vita mia non mi sono mai sognato di dare consigli ad alcuno; io non ne ho mai chiesti … ciò che so fare lo ho imparato con l’ esperienza sul campo.

Lei è padre: se dovesse iniziare, più di quanto non abbia già fatto, il suo figliolo alla pesca sportiva … quali sono i principi ai quali educherebbe suo figlio?!

.L’ amore ed il rispetto per la natura e che la pesca è un modo di concepire la vita, considerando l’ uomo una parte di quella natura, alla stessa stregua di tutte le altre creature, animali e vegetali.
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E, dunque, quali sono gli spot che lei predilige per dedicarsi al suo hobby preferito?! 
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Tutti quei posti poco frequentati o quanto meno dove non conosco nessuno, ma nello specifico i posti dove non c’ è il cemento; infatti a me non piace pescare dalle banchine dei porti, preferisco la spiaggia o la scogliera (parlando del mare). Se dovessi pescare in porto lo farei solo “a cefali”.Comunque da molto tempo, ormai, proprio per poter essere solo con me stesso e immerso nella natura, frequento al novanta per cento le acque interne anzichè le rive del mare, sempre affollatissime.. 

La pesca ed il web: mi parla della percentuale di importanza che lo spazio virtuale, i forum, i blog, rivestono nella realizzazione e nella soddisfazione personale di un pescasportivo?!
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Parlo solo per me, ovviamente … secondo me i forum, i blog … internet in generale, occupano esclusivamente gli spazi vuoti tra una pescata e l’ altra, non potendo dare assolutamente nemmeno la minima parte di ciò che si prova andando a pesca veramente. Quelli che sono dalla mattina alla sera su internet (alieuticamente parlando) sono solo dei frustrati appartenti a quella purtroppo numerosa schiera di pescatori dediti a ciò che io chiamo “pesca di plastica”.. 

Altra nota dolens: che uso fa delle riviste di settore?! Qual è la sua opinione a riguardo?!.



Pur essendo stato a Molfetta uno dei primi (diciamo pure il primo) ad acquistare riviste di pesca (in abbonamento, perché nelle nostre edicole non arrivavano) fin dal lontano 1976, è ormai da cinque anni che non solo non ne acquisto più, ma non le leggo nemmeno. Ultimamente ho portato al macero tutta la collezione di ben quattro riviste, delle quali tre complete dal numero uno … non mi potevano servire nemmeno per riciclarne la carta a scopo … “igienico”.
Queste, negli ultimi anni, hanno subito una caduta verticale nelle vendite, a causa proprio di quella gente che oggi si è fatta divulgatrice di quella pesca da me chiamata di plastica, che nulla ha a che fare con la vera essenza della pesca.
L’ odierno giornalista … oddio … “giornalista” … di pesca, non è più come quelli di una volta tipo Giandomenico Bocchi, grande spinningofilo, o Mario Albertarelli (qui siamo all’ Università della pesca); in genere oggi, scrivere di pesca è un fatto solo commerciale, tanto è vero che più che proporre articoli didattici, si illustra soprattutto l’ uso di questa o quell’ altra tecnica, volta solo a pubblicizzare questa o quest’ altra attrezzatura. Quelli di oggi non sono giornalisti alieutici, sono solo mercenari della pesca, soprattutto quando si è in presenza di gente che della pesca sportiva ne ha fatto la sua unica fonte di guadagno.
Molta di questa gente è anche arrogante e spocchiosa ed anche per questo evito, non comprando più riviste, di contribuire indirettamente al suo sostentamento.
Mi illustri le tecniche di pesca che le sono più confacenti ....


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Le tecniche che prediligo sono quelle che prevedono soprattutto il galleggiante, ma non disdegno assolutamente il legering o il surf casting o la semplice pesca a lancetto al mare, da riva.
Anche la pesca dalla barca mi piace e la ho praticata in mare per 15 anni, quando avevo una bellissima lancia in legno a poppa quadra di 4,70 metri con un fuoribordo da 8 cavalli; poi, a causa degli alti costi di gestione, avendo dei figli da mantenere, ho preferito risparmiare su questo fronte. Non mi piace invece la traina e detesto, nel vero senso della parola, quella d’ altura. Tanto per dirne una … novantanove volte su cento uscivo in mare da solo, proprio per non dover condividere altrui bisogni o necessità.
Comunque ripeto, tutte le tecniche mi piacciono e le metto in pratica; quella che mi piace di più è la canna fissa, seguita dall’ inglese e dalla bolognese. Seguono il legering, il beach legering ed il surf casting (quello vero con i piombi minimo da 100 grammi, non la ridicola “cosa” di quello che è diventato ora in gara), la trota al tocco e quella in laghetto, lo spinning e la mosca; a volte pesco anche a roubasienne.
Sembrerà strano, ma ho un’ ottima attrezzatura da mosca che utilizzo sia pur raramente per mancanza qui di acque idonee.

Parliamo adesso della sua attrezzatura: so che è in possesso di innumerevoli canne, di ottima qualità e manifattura, oserei dire il top in Italia ... se dovesse agire da genitore/educatore, cosa direbbe ad un giovane ventenne, che subisce il fascino di cotanta attrezzatura e voglia di consumismo?! E cosa direbbe ai genitori?!
Non è una storiella inventata, ma effettivamente io possiedo 480 canne da pesca ed una settantina di mulinelli, per tutte le tecniche e quasi tutto top di gamma. Sono un grande patito della Daiwa, della Colmic, della Sarfix e della Mitchell, relativamente al mare però.
Le canne che uso per ogni tipo di pesca, sono però sempre le stesse e le più vecchie (non ho mai rotto una canna e le più vecchie sono ancora abitualmente utilizzabili, in quanto top di gamma dell’ epoca); tantissime le ho usate solo pochissime volte, ma l’ alto numero di canne in mio possesso è dovuto, oltre al fatto che non le ho mai rotte, alla attività agonistica che ho praticato intensamente sia al mare che in acque interne dal 1977 al 2005. Ciò nonostante sono più che convinto che chi prende il pesce è il pescatore e non l' attrezzatura, per cui invito i giovani a conoscere prima i pesci e poi a spendere i soldi per attrezzature più qualificate. Ai genitori invece raccomando di non viziare i propri figli comprandogli tutto ciò che vogliono, nello specifico canne di alta qualità (quando lavoreranno e guadagneranno, se le compreranno con i loro soldi). 
Una giornata tipo: a quanto ammonta, in termini di numero di pesci e di peso, il suo pescato?!

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Non conosco il cosiddetto “cappotto” da anni, in quanto pratico la tecnica più adatta al pesce ed alla stagione in quel momento, tanto è vero che in inverno frequento anche i laghetti a pagamento. Ovviamente parlo di quelli a trote e non mi sognerei mai di andare a pescare in quelli popolati da pesci gatto; odio infatti i pesci gatto ed i siluri (che fortunatamente dalle mie parti non esistono), e tutti gli alloctoni dannosi alla ittiofauna d’ Italia. Quando accidentalmente catturo un pesce gatto o un pesce strano (è rarissimo, ma può capitare) lo sopprimo immediatamente. Normalmente pesco dalle 6 del mattino alle 11 o alle 12 e mediamente vado sulla decina di chili per volta; mi è capitato anche di prendere 38 chili di pesce in cinque ore, a roubasienne sul Locone. Negli ultimi tre anni poi, i 15 e passa chili sono molto frequenti ... al mare ovviamente è già un miracolo se si pesca qualcosa: non c' è quasi più nulla (si intende, rispetto alle acque interne).
A questo proposito vale la pena riferire di penose esibizioni fotografiche sul web, di pescate che, quando raggiungono quelle fatte da me, si riferiscono sempre a quelle fatte in tre o quattro persone, che qualcuno spaccia per proprie ... miserie umane di "bambocci"
alle prime prese con la pesca.
Catch & Release vs Catch & Padella ... l’eterna diatriba … ma si può sapere di cosa si disquisice?!.
 
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Il Catch & Padella è una realtà, anzi "la realtà", consentita in determinati limiti dalla legge e quindi legittima.
Il Catch & Release è una scelta di vita, una filosofia che, se limitata all’ individuo, è rispettabile, ma se la si vuole imporre a tutti i pescatori, come attualmente pontificano alcuni Guru della pesca sportiva virtuale e cartacea, diventa da un lato un atteggiamento talebano, dall’ altro limitante della libertà della persona.
Voler parlare ossessivamente di questa problematica … significa disquisire sul nulla.
Io comunque rilascio tutto il pesce pescato in acque interne, tranne le trote ed i persici, che in minima parte mangio e per il resto regalo; il pesce di mare, tranne i cefali del porto, non mi sogno minimamente di rilasciarlo e, poiché non ne mangio affatto, lo regalo ugualmente.
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Ultima domanda: cosa rimpiange del suo passato di giovane pescasportivo, agonista e dilettante?!

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Nulla.
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Bene, ero certa che sarei rimasta piacevolmente sorpresa dal far la sua conoscenza, Dr. Stanzione ... lei è una persona istruita, di cultura, educata a sani principi e valori d’integrità morale…certo, a vederla, con quella barba nera, incute un po’ di “timore”, lo ammetto ... ma ... come ha scritto il grande Maestro Allevi “ ... ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose, l’ho nascosto dentro una scorza dura ...”, questa frase le si addice particolarmente.
L’apparenza, sovente, inganna ... il dialogo, tra animali razionali, quali noi uomini dovremmo essere, sfata ogni diceria ... ogni calunnia ... bisognerebbe imparare a farne un uso migliore ... La ringrazio, Dr. Stanzione, e rinnovo la mia stima nei suoi confronti ... PROSIT!!!
A me non resta che ringraziare, per questa simpatica intervista, Elisabetta Pansini che, come avrete notato dalle sue domande, tradisce una conoscenza della pesca sportiva sicuramente superiore a quella di qualche "pescatorello di plastica" che assurge sovente a ruoli di "Maestro" o di "Boss" della pesca ... virtualmente ... ovviamente, e sempre tra i suoi imberbi supporters.
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* Testi a cura di Elisabetta Pansini e Franco Stanzione.