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Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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giovedì 30 gennaio 2014

Pesca con la tecnica della "Tenkara" - 2^ parte

LE CANNE DA TENKARA

La Canna 

La canna da pesca utilizzata nella Tenkara non è una semplice canna fissa.
La sua lunghezza generalmente varia, a seconda degli spot in cui verrà utilizzata, da 11' (360cm) a 14'6 (450cm).

(Foto 1) Le Tenkara di Franco Stanzione

Deve soddisfare al massimo alcuni requisiti fondamentali ... 
Il bello della Tenkara è che si è sempre "in pesca"
E' una pesca attiva, nella quale si risale il fiume (o a volte si scende, a seconda della conformazione del fiume e soprattutto delle tecniche di manovra che tratteremo più il là) e si esplora il più possibile. 
L'azione di pesca è continua e continuata. 
Si lancia, si manovra l'imitazione, si "sente" cosa sta succedendo e, al termine, si rilancia e si ricomincia di nuovo. Per questo, la canna deve essere: 

Leggera e trasportabile 
Le canne da Tenkara non arrivano a pesare 100 gr ( a seconda della lunghezza può pesare dai 55gr a, raramente per le canne più lunghe e rigide, 110gr) 
Sono canne telescopiche e chiuse misurano circa 60cm, abbastanza corte da poter essere trasportate in uno zaino o nel tascone di un gilet. 

Flessibile 
La sua azione deve consentire di lanciare una lenza senza peso. 
Essa, con il movimento del polso e, in minima parte, dell'avambraccio, deve fare il lavoro del lancio per noi, per evitare di farci stancare. 
In più, non avendo mulinello, deve fungere da ammortizzatore per le fughe e testate delle nostre catture.

L'Azione
Immaginiamo di dividere la canna in 10 sezioni, dove la numero 1 inizierà dal manico e la numero 10 concluderà con il vettino. 
L'azione della canne da Tenkara viene definita da una proporzione in cui il primo numero sarà quello delle sezioni verso in manico, più rigide, il secondo numero indicherà le sezioni più morbide. 
Quindi una canna definita 5:5 sarà perfettamente parabolica, avanzando verso 6:4, 7:3 e, raramente, 8:2 per azioni più di punta. 

 (Foto 2) Le quattro azioni della Tenkara

L'impugnatura 
L'impugnatura deve essere sagomata comoda e lunga, per consentire la massima maneggevolezza. Generalmente in sughero (ma anche in Eva o bamboo per le canne "custom" a firma dei Maestri) può agevolare le diverse posizioni di impugnatura, a seconda dei casi e dei lanci che effettueremo, più verso la prima sezione o verso la fine. 

(Foto 3) Il maestro Sakakibara

Il Lilian 
Sul cimino o vettino della canna, al posto dell'apicale al quale siamo abituati, troveremo il "lilian", ovvero un cordino rosso al quale collegare la nostra lenza. 
Questo ci consentirà di far volteggiare senza resistenze ed in qualsiasi direzione la nostra "line"

Conclusioni 
Non c'è dubbio quindi che la canna da Tenkara sia una canna assolutamente lontana dalle normali "canne da punta", progettata per lanciare mosche (kebari) senza peso e senza l'ausilio di nessun peso aggiuntivo. Questa sarà in grado di proiettare la Level Line (che sarà la nostra "coda", un nylon fluorocarbon ad alta visibilita, non conico e dal profilo appunto "Level", che va generalmente dallo 0,18 allo 0,35), il finale e la kebari.
Ed è questa leggerezza una delle cose che rendono la Tenkara veramente unica. Generalizzando, nei classici torrenti "da Tenkara", a mio avviso la migliore canna allround è assolutamente la 12' (360cm) 6:4. 
Per il suo set-up, ne parleremo nell'approfondimento sulle Level Line. 

- Testo a cura di Vito Tsurikichi Rubino, tratto da Tenkara C&R - La gioia della pesca.
- Foto (1) a cura di Franco Stanzione, foto (2) e (3) tratte dal web.

sabato 25 gennaio 2014

Pesca con la tecnica della "Tenkara" - 1^ parte

Ho scoperto da non più di due mesi, in pieno periodo di chiusura della pesca alla trota, una nuova tecnica di pesca (nuova per me, ma antichissima per i giapponesi ... in pratica la pesca che fa Sampey nei famosi cartoons); si tratta della "TENKARA". Poichè mi ha affascinato tantissimo, in quanto è una tecnica molto sportiva e simile alla pesca a mosca, ne parlerò da ora in poi tra un report di pesca e l'altro, cosa che mi farà sentire ancora più vicino emotivamente al Giappone, che da sempre ammiro tantissimo.
E' superfluo dire che, essendo quasi "maniacale" nelle mie passioni, ho già provveduto a farmi una bellissima e completa attrezzatura con canne quasi tutte fatte venire direttamente dal Giappone.

GENERALITA' SULLA TENKARA

La Tenkara è un’antichissima tecnica di pesca a mosca che consiste nell’utilizzare esclusivamente una canna e una lenza.
Semplice e molto efficace, questa tecnica si presta in modo particolare alla pesca in fiumi di dimensioni ridotte.
La Tenkara è praticata in Giappone dall’VIII secolo.
Questa parola indica il modo in cui la mosca si posa delicatamente sull’acqua (in giapponese letteralmente « caduto dal cielo »).
Utilizzata un tempo dai contadini per assicurarsi un pasto di pesce, questo tipo di pesca è ancora oggi molto diffuso in terra nipponica.
Al contrario, in Russia, Italia, nel nord della Spagna e perfino in alcune regioni montuose della Francia, tecniche di pesca simili sono oggi quasi del tutto scomparse.
Da qualche anno la pratica della Tenkara sta conoscendo un forte sviluppo negli Stati Uniti, ma resta ancora molto poco conosciuta in Europa.

Tecnica
La lenza è collegata direttamente all’estremità della canna e prolungata da una punta in nylon alla quale viene attaccata la mosca.
L’assenza di mulinello e di coda di topo fa della Tenkara una tecnica molto semplice e particolarmente adatta ai piccoli corsi d’acqua.
La lunghezza della canna e la leggerezza della lenza permettono un’animazione della mosca molto naturale, anche in presenza di forti correnti.
Questa tecnica, molto efficace, permette di pescare a più di 6 metri, distanza più che sufficiente per catturare le trote in acqua limpida. 
 

- Attrezzatura
La canna è molto flessibile, telescopica, di lunghezza compresa fra 2,75 m e 4,50 m, ridotta a 60 cm una volta richiusa, con un’azione dalla più morbida (5:5) alla più rigida (8:2).
Una canna Tenkara ha un peso compreso fra i 60 e i 120 grammi.



ATTENZIONE! LA ROTTURA DELLE SEZIONI DELLA CANNA AVVIENE QUASI SEMPRE DURANTE LE FASI DI MONTAGGIO E SMONTAGGIO DELLA STESSA.
SEGUITE ATTENTAMENTE I NOSTRI CONSIGLI PER EVITARE OGNI INCONVENIENTE.

 Durante la chiusura della canna, assicuratevi prima di tutto che essa sia ben pulita al fine di evitare il deposito di impurità (granelli di sabbia, di ghiaia…) che potrebbero inserirsi fra due sezioni, rovinando in tal modo la vostra canna! Pensate soprattutto ad asciugare le sezioni bagnate sulle quali tali impurità possono facilmente appiccicarsi.
 
Aprite la canna, sezione dopo sezione, cominciando con il cimino fino alla sezione più grossa. Attenzione: stringete sufficientemente ogni sezione, se non lo farete una sezione lenta potrebbe incontrare una parte rigida causando la rottura della canna. Se la vostra partita di pesca si dilunga, impiegate qualche secondo per verificare il serraggio.
Richiudete la canna, posizionate le mani il più vicino possibile alle giunture fra ogni sezione, la quale non deve mai essere piegata. Se siete destrimani, stringete fermamente con la mano destra la sezione più grossa, e con la mano sinistra quella più sottile (al contrario per i mancini). Se necessario, ruotate leggermente le sezioni per afferrarle meglio (non troppo per non consumare il carbonio).
In seguito, richiudete la canna, sezione per sezione, cominciando da quella più grossa e così via fino al cimino.
Man mano riavvolgete la lenza.
Staccate la lenza e mettete la canna chiusa in posizione orizzontale e staccate la lenza.

- La lenza
Si tratta di un filo di nylon o fluorocarbon intrecciato dal diametro decrescente e di lunghezza inferiore o uguale a quella della canna.
La lunghezza della lenza sarà aumentata da una punta in nylon, di diametro compreso fra 10/100 e 14/100, e di lunghezza da 2 a 3 metri in funzione della zona che si vuole esplorare.
Posizionate orizzontalmente la canna richiusa e fissate la lenza ancor prima di avere aperto la canna. Per far ciò fate uscir fuori solo la calzetta (o braided loop) in nylon e fissate l'anello dietro il nodo

- Le mosche
La Tenkara si pratica in fiumi a corso rapido.
Per la pesca a mosca secca è meglio privilegiare una buona galleggiabilità: palmer, in pelo di cervo, a doppio collarino …
 
Se preferite invece esplorare sotto la superficie, le piccole ninfe con testina in tungsteno e altri «phaisant tails» andranno benissimo …
Quanto ai giapponesi, essi praticano la Tenkara utilizzando mosche dalle hackles morbide capovolte chiamate «sakasa kebari», che animano molto leggermente sotto la schiuma delle correnti e delle cascate con dei risultati più che convincenti…
Di qualunque mosca e tecnica si tratti, la Tenkara resta un tipo di pesca molto efficace in fiumi di piccole dimensioni, vi invitiamo quindi a lasciarvi andare

 4 buoni motivi per pescare con la Tenkara


- É una tecnica di pesca a mosca «facile». Ad imparare il lancio di base impiegherete solo qualche minuto. Questa tecnica è dunque particolarmente adatta a coloro che desiderano scoprire la pesca a mosca.
- É una tecnica «efficace» ed estremamente piacevole per pescare nei piccoli fiumi di montagna, in cui si concentrano le più alte densità di trote selvatiche.
- Il costo del materiale resta «accessibile». A parità di qualità, una canna Tenkara costa molto meno rispetto ad una canna a mosca classica e non prevede l’acquisto di mulinello, coda di topo…
 - L’attrezzatura è «ultraleggera». Una canna Tenkara chiusa pesa circa 70 g e misura meno di 60 cm, caratteristiche che le permettono di introdursi dappertutto. 

* Testo a cura di Franco Stanzione, tratte dal sito Tenkara Pyrénées.
* Foto tratte dal sito Tenkara Pyrénées.

domenica 19 gennaio 2014

19 gennaio 2014 - Trote sotto la pioggia all'invaso Alli Alto di Viggiano

Dopo il grande divertimento della prima edizione, non potevo certamente mancare alla 2^ Gara Super che questa mattina si  è disputata presso l'Invaso "Alli Alto" di Viggiano, organizzata dal Team Val d'Agri, presieduto dal carissimo amico Michele Varallo, agonista di spicco nel panorama lucano della trota lago e torrente.
Ovviamente non era certamente la gara che mi interessava, quanto la promettente "mattanza", vista la massiccia immissione di 10 quintali di trote.


Ero in zona da ieri pomeriggio, dopo aver prelevato mio figlio all'uscita da scuola, alloggiando come al solito presso la Locanda di Santo Martino, a Moliterno.
Bellissima giornata ieri, mentre stamattina, come da previsioni meteo, la gara è stata letteralmente martoriata, dall'inizio alla fine, da una pioggia ininterrotta che ha rallentato abbastanza la velocità nella cattura delle trote (parlo a titolo personale, in quanto per ciò che riguarda le gare sono piuttosto "arrugginito" ... ma tanto della gara davvero che non me ne è fregato niente).


Non ho voluto nemmeno montare tutta la mia attrezzatura ... ed ho fatto bene, perchè ho pescato con lo "short" da 4 grammi dall'inizio alla fine, sempre con la stessa canna e senza cambiare amo una sola volta.


Inutile dire come stavo combinato per non bagnarmi ...


Il pescato totale è stato di 53 trote.



Nonostante la "copertura" sono stato praticamente con le mani bagnate dalle ore 7.00 alle ore 12.30 per cui, al ritorno dalla gara, provvidenziale è stato il caminetto della Locanda di Santo Martino.



E così anche questa settimana la pesca mi ha regalato un momento di spensieratezza, tra tante "rotture" quotidiane, con una ulteriore buona conclusione a tavola ...


... dove Teresa mi ha preparato i ravioloni di ricotta ...



... un bel cotechino ... una cosa da Paradiso ...




... con contorno di patate fritte, logicamente non come le schifezze congelate che si vendono al Mc Donald.




Pesca e buona tavola: un binomio eccezionale.

* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.

venerdì 10 gennaio 2014

14 gennaio 2014 - I salmerini del lago Iliade

Prima pescata del 2014: destinazione lago Iliade. L'ultima volta c'ero stato il 13 ottobre dell'ormai scorso anno 2013, ma non mi ero "goduto"  come piace a me questo bel posto che ha veramente qualcosa di "incantato". Era infatti domenica e c'era troppa gente a pescare ... non molti per gli altri, ma troppi per me (per me troppi è da due in poi). A me piace essere solo a pesca, al massimo con qualcuno che già conosco, ma della serie di quelli che non ti vengono a pescare tra i piedi.


Rivedere il lago Iliade d'inverno, con una leggera foschia, ti fa entrare in una dimensione da sogno ... soprattutto dopo aver assistito al massiccio ripopolamento con esemplari XL da parte del gestore della struttura che, oltre ad essere ormai un amico, ha il duplice pregio di essere pescatore e di far parte dell'Arma dei Carabinieri, verso la quale da sempre nutro simpatia ed ammirazione. I Carabinieri sono l'ultima cosa buona che si ritrova ad avere questa nazione ormai senza speranze per il futuro, saccheggiata dai ladri e governata da delinquenti incapaci e ... "puttane".


Oggi ero quindi completamente solo, essendo un giorno non festivo; il lago era a mia completa disposizione ... super popolato di trote, ma non certamente un posto facile, tipo "pronta pesca", perchè essendo un lago naturale, profondo e pieno di rifugi sommersi, presenta la stessa difficoltà che si incontra in un qualsiasi altro lago naturale. Qui il pesce immesso si naturalizza subito e, lo garantisco, di pesce ce n'è tantissimo.


Una delle "chicche" del lago Iliade sono i salmerini, dei quali ne ho pescato un discreto esemplare dalla bellissima livrea. Qual'è quel lago, nel sud (ma penso anche al nord) in cui è possibile pescare questo pesce bellissimo?


Avrei voluto passarci la giornata intera, anche perchè c'era un bel clima, ma impegni di natura familiare mi imponevano di essere per pranzo a casa, per cui ho pescato non più di quattro ore ... immerso in una natura da favola.


Ciò di cui ho goduto oggi mi servirà per vivere di rendita un'altra settimana di lavoro, portando negli occhi immagini di rara bellezza.


Per ciò che riguarda il pescato ... beh ... non male direi!


* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.