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Franco Stanzione

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martedì 19 maggio 2009

19 maggio 2009 - I carassi dell' Ofanto

Ieri sera sono andato a letto un po' prima del solito. Non erano nemmeno le 23,30 e con la testa già sul cuscino ho partorito una idea malsana: andare a pescare all' Ofanto la mattina successiva, evitando di andare a lavorare ... ma sì, tanto lavoro in proprio e decido io quando e se lavorare ...
Non andavo a pescare al fiume Ofanto da qualche annetto, cioè da quando ci fu nel 2002 una tale siccità che da Rocchetta S. Antonio (in Basilicata) fino a pochi chilometri dalla foce erano rimaste solo poche pozze d' acqua ... e sì che sono almeno una ottantina di chilometri.
Sveglia come al solito alle 4,00 e alle 5,30 ero già sul fiume in un mio vecchio hot spot di quando ero ragazzo e frequentavo l' Ofanto quotidianamente in estate.
Sono arrivato in un lampo, giacchè ho guidato a 170 km. orari ed il posto dista esattamente 38,5 km. dal portone di casa mia.
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Data la conformazione del posto la tecnica prescelta è stata il legerimg.
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Atmosfera molto bella ma ... ora faccio una domanda al lettore ... qual' è la cosa più da st ... upidi (non volevo però dire questo) che un pescatore può fare se deve pescare da un' altezza di oltre due metri?
... Ovviamente dimenticare il guadino a casa ... ed è quello che ho fatto stamattina ...
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Più a monte c' era un posticino a livello dell' acqua , dove c' erano anche delle barchette, ma avevo ormai allestito la postazione e spostarsi sarebbe stato un macello. "Pazienza ... vuol dire che se arriveranno pesci grossi avrò solo il gusto di averli allamati" ... ho pensato.
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Dopo un po' è iniziato il "balletto" dei carassi che, per fortuna erano di poco più di duecento grammi e potevano essere sollevati di peso dall' acqua, senza rotture o slamature.
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Ad un certo punto una delle due canne si curva tutta e parte; faccio appena in tempo ad afferrarla ed inizia una lunga lotta con una carpona che riesco a portare sotto di me dalla riva opposta, attraversando la corrente del fiume.
Avevo la macchina fotografica al collo; con una mano tenevo la canna con la carpa appena fuori dall' acqua e con l' altra ho scattato questa foto che non rende molto bene, ma vista la situazione è già troppo.
Ho tenuto la carpa quasi mezza fuori dall' acqua per un po' di tempo ... le avevo fatto prendere abbondantemente aria ... ma alla fine ho dovuto mollarla dopo essermela mangiata con gli occhi ... era sicuramente più di due chili.
Stessa cosa mi è successa altre quattro volte nella mattinata, con bestione analoghe ... macchè ... è stata forse la punizione per non essere andato a lavorare.
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C' è stata anche la visita inaspettata di una spigoletta che, ovviamente, è stata subito rilasciata in quanto sotto misura ... antrimenti altro che C & R ... quello lasciamolo ai talebani della pesca ... quando il pesce si può mangiare si fa peccato mortale a ributtarlo in acqua.
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Ho preso in tutto una quindicina di carassi in nemmeno tre ore, più una carpotta sui quattrocento grammi che, miracolosamente, sono riuscito a salpare prima che si slamasse o si spezzasse il filo del terminale.
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Verso le 9,00 ho deciso di andare via perchè non potevo continuare ad avere partenze violente di carpone sulle canne e non poterle tirare a riva; non ho mai pregato Iddio, come oggi, di non farmi abboccare pesci grossi ... e questa non è pesca ... è presa per i fondelli ... diciamo così per non dire altro ...
Comunque, nonostante tutto, al peso il mio retino ha fatto registrare 4 chili ... che per l' Ofanto non è poco, soprattutto in una situazione come quella di oggi.
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* Testo e foto di Franco Stanzione.