Primo giorno di ferie e, ovviamente, di corsa a pescare ...
Destinazione lago di S. Giuliano, nei pressi di Matera, nuovamente a canna fissa, perchè volevo rivivere quelle sensazioni che solo una natura selvaggia come quella può regalarti.
Accanto a me un cinese, con tre canne armate con una montatura fatta di tanti uncini con attorno un pastone (pesca a strappo, praticamente). Mi diceva un amico di Matera che il lago è totalmente infestato dai cinesi che vanno di notte anche con le reti.
Più in là un gruppo di gente del posto ... un papà con figli e amici dei figli .
Tutt' intorno una natura meravigliosa, il canto delle tortore e lo stridio delle cicale.
La pesca? Come al solito quasi tutte breme ed un paio di carpette.
... e, tra una breme e l' altra, ho continuato a godere di quanto mi circondava, compreso un gregge di pecore che si è abbeverato sulla sponda opposta; la Basilicata è anche questo.
Appena andate vie le guardie, come da copione, il cinese ha ripreso a pescare con tre canne (vorrei vedere che sarebbe successo nel suo Paese ... lo avrebbero "rieducato" in carcere a suon di botte per almeno un paio di anni).
Mentre godevo quindi di quella naura, una nota stonata: una nuvola di avannotti di pesci gatto ...
... che, per buona parte recuperata con il guadino, ed ispirandomi a quanto prescritto dalla legge sulla pesca in Emilia Romagna, per ciò che riguarda il trattamento degli alloctoni pescati, è stata messa a prendere l' abbronzatura all' asciutto, sul prato ... io odio il pesce gatto e suo cugino, lo stramaledetto siluro.
Dopo quattro ore di pesca, intorno alle 10.30, una temperatura di 34° circa mi ha costretto ad intraprendere la via del ritorno. Comunque, in una maniera o nell' altra, qualcosina s' è preso, anche se ormai, con il caldo, siamo ben lontani dalle grosse pescate che si possono fare nei nostri laghi ad inizio di stagione.
* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.