Fino ad un momento prima di uscire di casa, questa mattina alle 4.30, la destinazione avrebbe dovuto essere il Basentello per una pescata a canna fissa, quando all'improvviso m'è balenato il pensiero che sarebbe stato meglio andare sul torrente Tappino, per fare qualche lancio a spinning ai cavedani. Sono arrivato praticamente a meno di venti chilometri da Campobasso ... 175 chilometri in un'ora e venti minuti ... non male (con buona pace dei limiti e delle foto degli autovelox, di cui ho una bella collezione).
Al primo lancio un bel cavedano ...
... dopo qualche altro lancio ancora un cavedano della stessa taglia, poi stop.
Effettivamente il posto prescelto, pur essendo pieno di pesci, ha un difetto: dopo che ne hai presi un paio te ne devi andare perchè si spaventano facilmente e smettono di attaccare l'artificiale. In pratica lo stesso vizio dei cavedani del Cervaro.
Cambio di postazione ... vado più a valle ...
... e mi trovo davanto ad uno spettacolo da "Mondo di Quark" ... una imponente "frega" di carpe nell'acqua bassa del torrente. Non penso più alla pesca e mi metto a fotografarla, ma ...
... non mi rendo conto che sulla riva c'è del fango molto molle ...
... e ci finisco dentro con tutti gli stivali a coscia, sprofondando fino oltre il ginocchio.
Me la son vista brutta davvero, perchè c'erano una specie di sabbie mobili, per cui, come riuscivo a recuperare centimetri verso l'alto con una gamba, sprofondavo con l'altra.
Ero davvero disperato, perchè stavo in una situazione tale che per salvarmi, avrei dovuto "uscirmene" dagli stivali e lasciarli lì.
Per fortuna mi sono proteso fino ad un tronco d'albero, mi ci sono aggrappato, e pur dopo molto tempo e con fatica, ne sono uscito con tutti gli stivali, ma ridotto come un maiale che si è rotolato nel fango.
Me la son vista brutta davvero, perchè c'erano una specie di sabbie mobili, per cui, come riuscivo a recuperare centimetri verso l'alto con una gamba, sprofondavo con l'altra.
Ero davvero disperato, perchè stavo in una situazione tale che per salvarmi, avrei dovuto "uscirmene" dagli stivali e lasciarli lì.
Per fortuna mi sono proteso fino ad un tronco d'albero, mi ci sono aggrappato, e pur dopo molto tempo e con fatica, ne sono uscito con tutti gli stivali, ma ridotto come un maiale che si è rotolato nel fango.
A questo punto la pesca è finita ... ovviamente.
Rimangono però le foto della "frega" delle carpe, che sono bellissime ... ma la pesca è anche questo; finire nel fango con gli stivali o, peggio, con le ruote dell'auto, è un classico che prima o poi capita a tutti i pescatori che vogliano definirsi tali.
Rimangono però le foto della "frega" delle carpe, che sono bellissime ... ma la pesca è anche questo; finire nel fango con gli stivali o, peggio, con le ruote dell'auto, è un classico che prima o poi capita a tutti i pescatori che vogliano definirsi tali.
* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.