Il mio unico commento: speriamo che ora non chiudano il lago all' esercizio della pesca sportiva, altrimenti oltre al danno di avere tra i piedi questi individui che pescano illegalmente, dobbiamo anche privarci del nostro svago per colpa loro.
MINERVINO - Hanno visto il pallone di cuoio galleggiare nello specchio d’acqua dell’invaso della diga del Locone ed hanno subito pensato al peggio.
Quel pallone infatti, qualche istante prima, era imbracciato dal 21enne romeno Cristian Serban, immersosi subito dopo aver mangiato nelle acque della diga per un bagno ritemprante ma, all’improvviso, svanito nel nulla, risucchiato forse dalle correnti di quel lago che, a distanza di diverse ore, continua a non restiturlo.
La tragedia, forse causata da un malore improvviso causato da una congestione, si è consumata il giorno di Pasquetta alla periferia di Minervino, nella zona del Locone di contrada «Monte Melillo» quasi al confine con «Montemilone». Qui Cristian Serban con il fratello di 25 anni (entrambi lavoravano in un’azienda agricola di Minervino mentre la madre lavora come badante a Canosa) ed altri amici si erano recati lo scorso pomeriggio per la classica scampagnata pasquale. Doveva essere un pomeriggio spensierato ma, all’improvviso, la tragedia. Cristian ed altri, pare, dopo essersi liberati dei vestiti si tuffano nelle acque dell’invaso per il primo bagno della stagione. Chi si spinge oltre è proprio il 21enne romeno che, usando il pallone di cuoio come galleggiante, attraversa lo specchio d’acqua, nuotando per oltre 400 metri, raggiungendo la sponda opposta. Poi, dopo aver toccato la terra ferma, si rituffa in quelle acque torbide. Cosa sia successo in quel momento non si sa. Cristian all’improvviso è scomparso e gli amici che lo attendevano sulla riva non l’hanno più visto. «Solo quel pallone che galleggiava», hanno riferito ai carabinieri della locale stazione che , allertati, sono subito arrivati sul posto. C’è chi si è tuffato per cercarlo ma è stato inutile. Da allora il corpo di Cristian Serban sembra davvero essere svanito nel nulla.
Lo specchio d’acqua, che in certi punti raggiunge anche i venti metri di profondità (essendo un invaso realizzato nel tratto più profondo della valle del Locone) è stato frattanto setacciato dai sommozzatori dei carabinieri e dei vigili del fuoco di Barletta, Taranto, Brindisi e di Roma, giunti appositamente con uno speciale sonar per scandagliare meglio i fondali. Ma, come detto, le ricerche sino alla tarda serata di ieri non hanno sortito alcun risultato. All’alba di oggi le ricerche riprenderanno ma si teme che il corpo del giovane rumeno possa essersi incagliato nel fondale melmoso o in qualche coltivazione esistente in profondità.
* Testo tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno online" del 28 aprile 2011.
MINERVINO - Hanno visto il pallone di cuoio galleggiare nello specchio d’acqua dell’invaso della diga del Locone ed hanno subito pensato al peggio.
Quel pallone infatti, qualche istante prima, era imbracciato dal 21enne romeno Cristian Serban, immersosi subito dopo aver mangiato nelle acque della diga per un bagno ritemprante ma, all’improvviso, svanito nel nulla, risucchiato forse dalle correnti di quel lago che, a distanza di diverse ore, continua a non restiturlo.
La tragedia, forse causata da un malore improvviso causato da una congestione, si è consumata il giorno di Pasquetta alla periferia di Minervino, nella zona del Locone di contrada «Monte Melillo» quasi al confine con «Montemilone». Qui Cristian Serban con il fratello di 25 anni (entrambi lavoravano in un’azienda agricola di Minervino mentre la madre lavora come badante a Canosa) ed altri amici si erano recati lo scorso pomeriggio per la classica scampagnata pasquale. Doveva essere un pomeriggio spensierato ma, all’improvviso, la tragedia. Cristian ed altri, pare, dopo essersi liberati dei vestiti si tuffano nelle acque dell’invaso per il primo bagno della stagione. Chi si spinge oltre è proprio il 21enne romeno che, usando il pallone di cuoio come galleggiante, attraversa lo specchio d’acqua, nuotando per oltre 400 metri, raggiungendo la sponda opposta. Poi, dopo aver toccato la terra ferma, si rituffa in quelle acque torbide. Cosa sia successo in quel momento non si sa. Cristian all’improvviso è scomparso e gli amici che lo attendevano sulla riva non l’hanno più visto. «Solo quel pallone che galleggiava», hanno riferito ai carabinieri della locale stazione che , allertati, sono subito arrivati sul posto. C’è chi si è tuffato per cercarlo ma è stato inutile. Da allora il corpo di Cristian Serban sembra davvero essere svanito nel nulla.
Lo specchio d’acqua, che in certi punti raggiunge anche i venti metri di profondità (essendo un invaso realizzato nel tratto più profondo della valle del Locone) è stato frattanto setacciato dai sommozzatori dei carabinieri e dei vigili del fuoco di Barletta, Taranto, Brindisi e di Roma, giunti appositamente con uno speciale sonar per scandagliare meglio i fondali. Ma, come detto, le ricerche sino alla tarda serata di ieri non hanno sortito alcun risultato. All’alba di oggi le ricerche riprenderanno ma si teme che il corpo del giovane rumeno possa essersi incagliato nel fondale melmoso o in qualche coltivazione esistente in profondità.
* Testo tratto da "La Gazzetta del Mezzogiorno online" del 28 aprile 2011.