Qualche giorno fa il mio amico Walter Scandaluzzi, pescatore di Biella ma novarese e amante di quelle acque, meglio noto nel web alieutico come Walter il Cavedano, mi ha chiesto di rilasciare una intervista per il suo blog PESCA E PESCA.
Essendo Walter un pescatore purosangue di quelli di una volta, e non come tanti ragazzacci di mia conoscenza che vanno a pesca solo per esibirsi o per millantare credito di se come grandi maestri sul web, non ho potuto non acconsentire.
Il testo dell'intervista, dal titolo Pesca in Puglia col farmacista ed ovviamente visibile sul blog di Walter PESCA E PESCA, corredato anche da foto di repertorio che mi riguardano, è il seguente.
Titolare di una rinomata farmacia a Bari, è stato anche lo storico priore di una confraternita della sua città.
- Dicci qualcosa di questo e del significato della cosa nella tua città e credo in molte parti del sud Italia.
Ti riferisci a cosa? All’essere stato priore? Non penso che sia un argomento che possa interessare a qualcuno in questa sede … fa parte di una delle cose a cui tengo di più nella mia vita, fin da quando sono nato, in quanto facente parte della identità della mia città … parliamo di pesca, piuttosto.
Lo conobbi online in un forum oltre 10 anni fa. Ci volle un bel po’ prima di capirci a vicenda e stimarci ma ci siamo riusciti.
E’ un blogger come me e il suo blog è http://unavitaperlapesca.blogspot.it dove trovate una intervista a lui al link
http://unavitaperlapesca.blogspot.it/2010/07/intervista-con-l-assassino.html da cui potete desumere molto del personaggio in questione e di cui condivido la filosofia che il No Kill deve essere una scelta individuale e non una imposizione psicologica e che il pescatore deve solo attenersi alle leggi e ha il diritto di non aver rotto i cocones ogni volta che mette ONLINE UNA FOTO DI UN PESCE MORTO.
Anche dato e considerato che il pesce è sempre stato un alimento per la razza umana e non solo……ditelo a cormorani o ai siluri di fare il No Kill …
- Franco dove eserciti la pesca in acqua dolce? So che fai un mucchio di km anche.
Premesso che la mia scelta di andare a pesca nelle acque interne, anche due volte alla settimana, è motivata dalla necessità di non avere gente tra i piedi (non posso dire tra altro …), per cui frequento posti in cui a volte, nel raggio di diversi chilometri sono completamente solo …
La maggior parte delle volte pesco sui laghi più vicini a Molfetta (circa 70 km) che sono il Locone e il Basentello, ma abbastanza spesso mi spingo anche oltre, facendo anche 450 km alla volta, tra andata e ritorno.
La Puglia, a parte i già menzionati laghi Locone e Basentello ed il fiume Ofanto, semidistrutto dalla incuria e dalla inciviltà umana, non ha altre acque interne, per cui devo necessariamente emigrare nelle acque interne delle regioni limitrofe: Basilicata (che adoro), Campania e Molise.
Diciamo pure che se voglio pescare al colpo (canna fissa, inglese e roubasienne) non ho bisogno di andare oltre il Locone ed il Basentello (molto pescosi, almeno fino a quando lo permetteranno i rumeni), mentre se ho voglia di pescare a spinning i miei fiumi di elezione sono il Basento, l’Agri e il Sinni in Basilicata.
Se poi voglio pescare a trote, indiscutibilmente vado nella mia seconda patria, cioè nell’alta Valle dell’Agri.
Ultimamente ho invece scoperto un posticino davvero bello ed interessante a Greci (AV), il lago Iliade, un laghetto naturale di origine vulcanica ad 850 metri di altezza, immerso tra i monti irpini, dove è consentita la pesca alla carpa (e che carpe!) in estate e alla trota nel periodo più freddo.
Io parlerei di zona più che di acqua. Mi riferisco all’Alta Valle dell’Agri, dove vado molto spesso a pesca di trote e dove vi sono alcuni corsi d’acqua a cui sono molto legato affettivamente, a motivo di ricordi di gioventù e per le amicizie che ho instaurato con la gente di quei posti, in particolare a Moliterno.
Pensa che quando mi sono laureato ho fatto una tesi sull’uso in passato delle piante medicinali di quella zona, un lavoro di grande valenza storica e scientifica, che mi ha permesso (a spese di mio padre, allora) di rimanere in quei luoghi per diverso tempo … anche a pescare.
Le acque in questione sono quindi i fiumi Agri e Maglia e il torrente Sciaura … che fra i tre è quello che prediligo.
- E’ insolito che un pescatore che abita vicino al mare frequenti di più le acque interne. Come mai?
Mi pare di averlo accennato all’inizio di questa intervista il motivo di questa scelta: la ricerca di un momento in cui stare completamente da solo. Non a caso vado a pescare prevalentemente durante la settimana (venerdì e sabato) e quasi mai di domenica. Non mi piace nemmeno la compagnia di altri, anche se amici, a parte comunque pochissimi, tra i quali un carissimo amico di Palazzo San Gervasio, persona squisitissima e garbata … chissà perchè lucano e non pugliese o molfettese.
- Sei stato un garista; Cosa ne pensi della FIPSAS? (di’ le cose in modo e maniera piccante ma senza esagerare … confido in te)
Sono stato garista, anzi un accanito garista, sia al mare (canna da riva e qualche volta surfcasting) che nelle acque interne (colpo e trota lago), sempre con buoni risultati a livello locale (sempre tra i primi tre di settore). Diversamente è andata quando per dieci anni consecutivi mi sono qualificato alla prima prova del Campionato Italiano al Colpo (Ostellato e Cavo Lama) … ma lì parliamo di livelli proibitivi per i garisti del sud.
Ho smesso per sempre con le gare quando nel 2004 ho raggiunto l’obiettivo massimo che mi ero prefisso: superare la prima prova ed accedere alla seconda.
La F.I.P.S.? … tu mi chiedi della F.I.P.S.? Non la chiamo F.I.P.S.A.S. perché io sono un pescatore e delle attività sub e del nuoto pinnato non può “fregarmene de meno” …
Pur essendo il presidente da oltre vent’anni del Pesca Club Molfetta, società affiliata alla Sezione Provinciale di Bari, della F.I.P.S. a livello nazionale non ho una buona considerazione, perché la ritengo una federazione che ha ormai fallito completamente nei suoi obiettivi originari che dovevano essere la tutela e l’incremento del patrimonio ittico nazionale ed il miglioramento dell’ambiente naturale.
In che modo questi obiettivi vengono perseguiti? Organizzando solo gare? Immettendo nella federazione robaccia tipo il nuoto pinnato in cui vedo “menate” del tipo “rugby subacqueo”, e di ciò se ne parla anche nelle riviste ufficiali che dovrebbero essere rivolte solo ai pescatori?
Non vado oltre perché se dovessi esprimere poi cosa penso di altro rischierei una querela.
- Ho la sensazione che le acque del Sud siano molto poche ma di buon livello ambientale e in grado di regalare catture di pesce autoctono pregevoli. Sensazione sbagliata? Se sì quali sono le acque migliori per te sotto questo punto di vista? Il tuo spot preferito?
Dici bene quando esprimi la sensazione che le acque del sud siano poche (anche se bisogna cercarle e cercandole si trovano) e che il pesce è autoctono … e grazie, non si fanno ripopolamenti, tranne che in Basilicata con misere quantità di trotelle immesse tra l’altro in maniera e tempi sbagliati, perché lì la cosa è gestita più da incompetenti che da addetti ai lavori, quali i pescatori, che sono quelli che vivono le problematiche ambientali e della pesca sul campo e non con il sedere appiccicato ad una poltrona di un ufficio della provincia o della regione.
Quanto alla mancanza di degrado ti sbagli, perché invece, a fronte di una bassa pressione piscatoria (i pescatori sono davvero pochi … forse sono più i rumeni e i cinesi) le acque sono poco curate dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, perché scarichi fognari e industriali a parte, la gente del sud riversa in esse gli stessi rifiuti che abbandona per strada.
Dicono di Napoli, ma provate a venire in Puglia e vedete cosa c’è ai bordi delle strade, statali e provinciali … un vero e proprio schifo, che non c’è invece in regioni civilissime tipo le Marche, in cui ci ho abitato diversi anni per motivi universitari.
I miei spot preferiti sono comunque le acque correnti, più che le acque ferme. Qui mi piace molto pescare a spinning.
Non ho mai mirato alla cattura grossa, quanto alla quantità e alla tecnica … non mi piace stare ore ed ore in attesa della cattura da trofeo, preferisco “essere in azione” più che attendere.
Pertanto più che di catture gratificanti, parlerei di giornate gratificanti, che sono senza dubbio quelle passate pescando a trote, anche perché sono quelle più rare, considerati i chilometri che devo macinare per raggiungere i corsi d’acqua idonei a questa pesca.
Diciamo di sì, per il semplice motivo che pratico tutti i tipi di pesca, sia al mare che nelle acque interne. Ho circa 500 canne e una ottantina di mulinelli. Ultimamente poi sono stato contagiato dal fascino di una disciplina di pesca di origine giapponese, tipo a mosca, che si chiama “Tenkara”, per la quale mi sono attrezzato acquistando un certo numero di canne direttamente dal Giappone. E’ praticamente la pesca che si vede fare a Sampey nei famosi cartoni.
Non ti considero uno scrittore di pesca ma un malato della pesca a cui piace scrivere di pesca, altrimenti con te nemmeno ci parlerei; quanto agli altri … devo proprio dirlo?
Dal 1976 al 2005 ho acquistato mensilmente quasi tutte le riviste del settore.
Quando mi sono reso conto della differenza tra quello che proponeva un tempo gente del calibro di Mario Altertarelli, Alberto Marchi, Giandomenico Bocchi ed altri di quella generazione, e quello che “propinano” (sì … “propinano” è il termine esatto) attualmente i pennivendoli mercenari della pesca sportiva odierna che io chiamo “pesca di plastica”; quando ho preso coscienza che ormai le riviste di pesca erano diventate inutili ai fini didattici (strapiene di pubblicità e di articoli demenziali che vedevano protagonisti calciatori e gente dello spettacolo televisivo messi lì solo per fini di lucro) e che ormai le leggevo solo seduto di prima mattina sul “water”, prima di andare a lavorare … beh, da allora in poi ho chiuso con le riviste di pesca.
La gran parte di questi pennivendoli non è nemmeno giornalista, ma gente che non volendo o non sapendo fare altro nella vita, si è inventato di fare lo “scriba” di articoli sulla pesca sportiva, oltretutto redatti in un italiano che mi limito a definire tra i meno corretti.
Non vado oltre, caro vecchio Cavedano, ti ringrazio per la tua attenzione nei miei confronti.
* Intervista a cura di Walter Scandaluzzi, tratta dal blog PESCA E PESCA.