Qualche giorno fa il mio amico Walter Scandaluzzi, pescatore di Biella ma novarese e amante di quelle acque, meglio noto nel web alieutico come Walter il Cavedano, mi ha chiesto di rilasciare una intervista per il suo blog PESCA E PESCA.
Essendo Walter un pescatore purosangue di quelli di una volta, e non come tanti ragazzacci di mia conoscenza che vanno a pesca solo per esibirsi o per millantare credito di se come grandi maestri sul web, non ho potuto non acconsentire.
Il testo dell'intervista, dal titolo Pesca in Puglia col farmacista ed ovviamente visibile sul blog di Walter PESCA E PESCA, corredato anche da foto di repertorio che mi riguardano, è il seguente.
Titolare di una rinomata farmacia a Bari, è stato anche lo storico priore di una confraternita della sua città.
- Dicci qualcosa di questo e del significato della cosa nella tua città e credo in molte parti del sud Italia.

E’ un blogger come me e il suo blog è http://unavitaperlapesca.blogspot.it dove trovate una intervista a lui al link
http://unavitaperlapesca.blogspot.it/2010/07/intervista-con-l-assassino.html da cui potete desumere molto del personaggio in questione e di cui condivido la filosofia che il No Kill deve essere una scelta individuale e non una imposizione psicologica e che il pescatore deve solo attenersi alle leggi e ha il diritto di non aver rotto i cocones ogni volta che mette ONLINE UNA FOTO DI UN PESCE MORTO.
Anche dato e considerato che il pesce è sempre stato un alimento per la razza umana e non solo……ditelo a cormorani o ai siluri di fare il No Kill …
- Franco dove eserciti la pesca in acqua dolce? So che fai un mucchio di km anche.
La maggior parte delle volte pesco sui laghi più vicini a Molfetta (circa 70 km) che sono il Locone e il Basentello, ma abbastanza spesso mi spingo anche oltre, facendo anche 450 km alla volta, tra andata e ritorno.
La Puglia, a parte i già menzionati laghi Locone e Basentello ed il fiume Ofanto, semidistrutto dalla incuria e dalla inciviltà umana, non ha altre acque interne, per cui devo necessariamente emigrare nelle acque interne delle regioni limitrofe: Basilicata (che adoro), Campania e Molise.
Diciamo pure che se voglio pescare al colpo (canna fissa, inglese e roubasienne) non ho bisogno di andare oltre il Locone ed il Basentello (molto pescosi, almeno fino a quando lo permetteranno i rumeni), mentre se ho voglia di pescare a spinning i miei fiumi di elezione sono il Basento, l’Agri e il Sinni in Basilicata.
Se poi voglio pescare a trote, indiscutibilmente vado nella mia seconda patria, cioè nell’alta Valle dell’Agri.
Ultimamente ho invece scoperto un posticino davvero bello ed interessante a Greci (AV), il lago Iliade, un laghetto naturale di origine vulcanica ad 850 metri di altezza, immerso tra i monti irpini, dove è consentita la pesca alla carpa (e che carpe!) in estate e alla trota nel periodo più freddo.
Le acque in questione sono quindi i fiumi Agri e Maglia e il torrente Sciaura … che fra i tre è quello che prediligo.


La F.I.P.S.? … tu mi chiedi della F.I.P.S.? Non la chiamo F.I.P.S.A.S. perché io sono un pescatore e delle attività sub e del nuoto pinnato non può “fregarmene de meno” …
Pur essendo il presidente da oltre vent’anni del Pesca Club Molfetta, società affiliata alla Sezione Provinciale di Bari, della F.I.P.S. a livello nazionale non ho una buona considerazione, perché la ritengo una federazione che ha ormai fallito completamente nei suoi obiettivi originari che dovevano essere la tutela e l’incremento del patrimonio ittico nazionale ed il miglioramento dell’ambiente naturale.
In che modo questi obiettivi vengono perseguiti? Organizzando solo gare? Immettendo nella federazione robaccia tipo il nuoto pinnato in cui vedo “menate” del tipo “rugby subacqueo”, e di ciò se ne parla anche nelle riviste ufficiali che dovrebbero essere rivolte solo ai pescatori?
Non vado oltre perché se dovessi esprimere poi cosa penso di altro rischierei una querela.

Quanto alla mancanza di degrado ti sbagli, perché invece, a fronte di una bassa pressione piscatoria (i pescatori sono davvero pochi … forse sono più i rumeni e i cinesi) le acque sono poco curate dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, perché scarichi fognari e industriali a parte, la gente del sud riversa in esse gli stessi rifiuti che abbandona per strada.
Dicono di Napoli, ma provate a venire in Puglia e vedete cosa c’è ai bordi delle strade, statali e provinciali … un vero e proprio schifo, che non c’è invece in regioni civilissime tipo le Marche, in cui ci ho abitato diversi anni per motivi universitari.
I miei spot preferiti sono comunque le acque correnti, più che le acque ferme. Qui mi piace molto pescare a spinning.
Dal 1976 al 2005 ho acquistato mensilmente quasi tutte le riviste del settore.
Quando mi sono reso conto della differenza tra quello che proponeva un tempo gente del calibro di Mario Altertarelli, Alberto Marchi, Giandomenico Bocchi ed altri di quella generazione, e quello che “propinano” (sì … “propinano” è il termine esatto) attualmente i pennivendoli mercenari della pesca sportiva odierna che io chiamo “pesca di plastica”; quando ho preso coscienza che ormai le riviste di pesca erano diventate inutili ai fini didattici (strapiene di pubblicità e di articoli demenziali che vedevano protagonisti calciatori e gente dello spettacolo televisivo messi lì solo per fini di lucro) e che ormai le leggevo solo seduto di prima mattina sul “water”, prima di andare a lavorare … beh, da allora in poi ho chiuso con le riviste di pesca.
La gran parte di questi pennivendoli non è nemmeno giornalista, ma gente che non volendo o non sapendo fare altro nella vita, si è inventato di fare lo “scriba” di articoli sulla pesca sportiva, oltretutto redatti in un italiano che mi limito a definire tra i meno corretti.
Non vado oltre, caro vecchio Cavedano, ti ringrazio per la tua attenzione nei miei confronti.
* Intervista a cura di Walter Scandaluzzi, tratta dal blog PESCA E PESCA.