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Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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domenica 9 gennaio 2011

La mia opinione su ...

Il censimento dei pescatori in mare
... ovvero l' ultimo "flop" che potrebbe avvantaggiare la F.I.P.S.A.S.

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Durante le festività natalizie appena trascorse, alcuni miei soci del Pesca Club Molfetta mi avevano detto di aver sentito in giro che da ora in poi, per poter pescare in mare, bisognerà fare una comunicazione gratuita alla Capitaneria di Porto.
Lì per lì ho pensato ad una delle tante "bufale" che circolano negli ambienti dei pescatori sportivi ma, avendo per curiosità approfondito l' argomento, ho scoperto che quella che ritenevo una "menata" natalizia corrisponde a verità.
Infatti è stato varato un Decreto Ministeriale delle Politiche Agricole in base al quale chiunque, adulto o bambino, che voglia pescare in mare con la canna e/o con la fiocina, deve obbligatoriamente registrarsi, anche se va a mare una sola volta o una volta ogni tanto.
Riporto quanto riportato da un quotidiano online:
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Non si tratta di una vera e propria autorizzazione. Almeno per il momento. Ma di una comunicazione obbligatoria. Di sicuro, però, significherà un passaggio burocratico in più, anche soltanto per una giornata trascorsa in barca con la canna in mano. Si tratta della comunicazione che il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ha previsto nell’ambito del decreto dello scorso 6 dicembre. Una decisione che sta facendo discutere molto. Con questo decreto l’Italia si adegua alle normative europee sul monitoraggio del prelievo di pesce dai nostri mari. Un primo step verso, probabilmente, norme più dettagliate, finalizzato a capire l’ impatto della pesca sportiva sulla popolazione ittica.
Il ministero vuole “contare” i pescatori sportivi e ricreativi. E per farlo chiede a tutti di registrarsi, pena l’impossibilità di pescare e l’obbligo di adeguarsi (in caso di controlli che certifichino la mancata comunicazione) entro 10 giorni. Rispetto al regime sanzionatorio, in caso di inadempienze, il decreto ministeriale è poco chiaro. La linea che sarà adottata da chi effettuerà i controlli, cioè le Capitanerie di Porto, è quella di non elevare multe in attesa che la norma venga chiarita o che vengano adottati ulteriori provvedimenti da parte del governo. È chiaro però che la strada intrapresa sembra andare verso la predisposizione di regole simili a quelle già in vigore per chi va a caccia o chi raccoglie funghi. Dunque non è escluso che spuntino le sanzioni e la comunicazione si trasformi in un’autorizzazione vera e propria, magari a pagamento. Per il momento limitiamoci a quanto prevede il decreto di dicembre.
I tempi. Per mettersi in regola c’è tempo fino a marzo, quando il decreto entrerà ufficialmente in vigore. La comunicazione sarà valida per 3 anni.
Chi deve farla. Tutti i pescatori sportivi devono riempire i moduli della comunicazione (che si può trasmettere via Internet al ministero o di persona agli uffici delle Capitanerie), anche chi pratica questa attività sporadicamente (fosse pure una volta all’anno).
Non ci sono limiti di età. Anche i bambini devono esserne in possesso. La comunicazione è individuale e dovrà essere portata con sé da ciascun pescatore. Per fare un esempio se un amico ci invita a uscire in barca per pescare dobbiamo esserne in possesso anche se fosse la prima volta che prendiamo una canna in mano.
Cosa comunicare. La comunicazione riguarda ogni tipo di attività di pesca: da riva, subacquea, con la barca. E ogni tecnica consentita: lenza, canna, natelli, nassa, fucile e così via. Dovrà essere vidimata dalla Capitaneria o accompagnata dalla ricevuta del ministero (se la comunicazione è fratta tramite Internet). Il documento indica le generalità della persona, l’area (cioè la Regione) dove si è soliti pescare, il tipo di pesca praticata, l’indicazione (per i proprietari di imbarcazioni) dell’unità da diporto utilizzata e l’eventuale iscrizione ad associazioni di pescatori.
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Ed è proprio quest' ultima parte (associazioni di pescatori) che mi ha fatto venire il sospetto che dietro questa iniziativa possa esserci l' opera occulta della solita F.I.P.S.A.S. che una ne pensa e cento ne fa ... infatti andando in giro sempre per il web ho appreso, su spazi ad essa asserviti, che i vertici della Federazione hanno visto con favore tale iniziativa.
Ovviamente questo significa che se questa specie di censimento non porterà all' obbligo della licenza di pesca in mare, la F.I.P.S.A.S. quanto meno nutrirebbe la speranza che per poter esercitare la pesca in acque salate potrebbe occorrere la iscrizione ad una associazione di pesca sportiva ... ma guarda un po'!!!
Il mio pensiero al riguardo lo ho già espresso varie volte: la F.I.P.S.A.S. persegue solo lo scopo di mantenere in piedi se stessa ed un eventuale obbligo di essere iscritti ad una Associazione per poter esercitare la pesca in mare non farebbe altro che portare altra liquidità nelle sue casse.
Ciò potrebbe essere un vantaggio per i pescatori ... i soldi dei pescatori gestiti dagli stessi pescatori ... ma cosa ha fatto sino ad ora la F.I.P.S.A.S. per i pescatori?
La risposta? ... NULLA ... ormai la F.I.P.S.A.S. serve solo per l' agonismo e basta.
... Ma l' agonismo non è la pesca per il 90% dei pescatori italiani.
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Ad ogni buon conto, per chi voglia saperne di più, fornisco:
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... e che non si avveri mai quanto da me sospettato!
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Chi vuole può esprimere la sua opinione al riguardo nello spazio riservato alle News dal blog "Una vita per la pesca" sul FORUM Il Bar dello Sport.
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* Testo e foto (1985) a cura di Franco Stanzione.