Questa volta, per la serie LA MIA OPINIONE SU ... riporto la simpatica intervista che ha voluto farmi la signorina Elisabetta Pansini, una mia carissima amica, persona squisita ed intelligente con la quale sono stato subito a mio agio, nonostante la mia doppia età rispetto alla sua (non a caso di professione è psicologa).

Nonostante la maldicenza e la diceria insistenti, bramavo da lunga pezza incontrarlo, conoscerlo personalmente, scambiarci quattro chiacchiere, in materia alieutica e non solo … e, siccome, mia prerogativa è far parlare anche le pietre, mi sono recata nella sua magione, fingendomi una curiosa neofita della pesca, per intervistarlo e saperne un po’ di più su di lui.
Gentilissimo dr. Stanzione … impera in ogni dove, nel web, questa sua fama, di pescatore solitario, scontroso, fissato, burbero e quant’altro … ma siccome la mia filosofia di vita è “can che abbaia, non morde”, noncurante di codeste voci di corridoio, ho voluto incontrarla. Mi spiega donde nasce questa nomea?!
.Dico solo che:
1) Se “pescatore solitario” significa non voler essere vincolato ad orari ed esigenze degli altri quando vado a pescare, allora sono un pescatore solitario.
2) Se “scontroso” significa che amo scegliermi la compagnia e non voglio che me la impongano, allora sono scontroso.
3) Se “fissato” significa che per me la pesca è una delle poche cose che nella vita mi gratificano veramente, allora sono fissato.
4) Se “burbero” significa che mi piace la libertà e non voglio che altri si impongano su di me, soprattutto se parliamo di un hobby quale la pesca … sì, sono burbero.
5) Quanto al “quant’ altro” … dicano e pensino ciò che vogliono di me, perché chi occupa il suo tempo a porsi problemi su come sono fatto io … beh, questo è un problema suo, non mio.
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2) Se “scontroso” significa che amo scegliermi la compagnia e non voglio che me la impongano, allora sono scontroso.
3) Se “fissato” significa che per me la pesca è una delle poche cose che nella vita mi gratificano veramente, allora sono fissato.
4) Se “burbero” significa che mi piace la libertà e non voglio che altri si impongano su di me, soprattutto se parliamo di un hobby quale la pesca … sì, sono burbero.
5) Quanto al “quant’ altro” … dicano e pensino ciò che vogliono di me, perché chi occupa il suo tempo a porsi problemi su come sono fatto io … beh, questo è un problema suo, non mio.
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Noto piuttosto che, pur essendoci uno scarso ricambio generazionale nella pesca, i giovani che vi si avvicinano, lo fanno con un minor senso, se mi può essere passato il termine, di poesia, nel senso che a loro interessa più la tecnica che l’ ambiente mare o fiume; vero è che nel 1969, quando ho iniziato a pescare io, di pesce ce n’ era così tanto che non si badava molto ai tecnicismi, però un po’ più di attenzione a ciò che li circonda, sarebbe per loro più gratificante.
Ultimamente, pur essendo io caratterialmente fuori dalle frequentazioni di queste giovani leve, mi risulta che ci sia anche qualche elemento un po’ fuori dal tempo, che in preda a chissà quale delirio di onnipotenza, si è auto nominato “Messia della pesca sportiva” ed imperversa dappertutto annunciando a destra e a manca il suo “Verbo”, attribuendo alle sue teorie una valenza assoluta. Trattasi chiaramente di gente che non ama lavorare e che sublima nella pesca i suoi fallimenti nella società e … con le donne. Gente “viscida” con cui non mi sono mai sognato, né mi sognerei di avere a che fare.

secondo, perché in vita mia non mi sono mai sognato di dare consigli ad alcuno; io non ne ho mai chiesti … ciò che so fare lo ho imparato con l’ esperienza sul campo.

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Queste, negli ultimi anni, hanno subito una caduta verticale nelle vendite, a causa proprio di quella gente che oggi si è fatta divulgatrice di quella pesca da me chiamata di plastica, che nulla ha a che fare con la vera essenza della pesca.
L’ odierno giornalista … oddio … “giornalista” … di pesca, non è più come quelli di una volta tipo Giandomenico Bocchi, grande spinningofilo, o Mario Albertarelli (qui siamo all’ Università della pesca); in genere oggi, scrivere di pesca è un fatto solo commerciale, tanto è vero che più che proporre articoli didattici, si illustra soprattutto l’ uso di questa o quell’ altra tecnica, volta solo a pubblicizzare questa o quest’ altra attrezzatura. Quelli di oggi non sono giornalisti alieutici, sono solo mercenari della pesca, soprattutto quando si è in presenza di gente che della pesca sportiva ne ha fatto la sua unica fonte di guadagno.
Molta di questa gente è anche arrogante e spocchiosa ed anche per questo evito, non comprando più riviste, di contribuire indirettamente al suo sostentamento.

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Anche la pesca dalla barca mi piace e la ho praticata in mare per 15 anni, quando avevo una bellissima lancia in legno a poppa quadra di 4,70 metri con un fuoribordo da 8 cavalli; poi, a causa degli alti costi di gestione, avendo dei figli da mantenere, ho preferito risparmiare su questo fronte. Non mi piace invece la traina e detesto, nel vero senso della parola, quella d’ altura. Tanto per dirne una … novantanove volte su cento uscivo in mare da solo, proprio per non dover condividere altrui bisogni o necessità.
Comunque ripeto, tutte le tecniche mi piacciono e le metto in pratica; quella che mi piace di più è la canna fissa, seguita dall’ inglese e dalla bolognese. Seguono il legering, il beach legering ed il surf casting (quello vero con i piombi minimo da 100 grammi, non la ridicola “cosa” di quello che è diventato ora in gara), la trota al tocco e quella in laghetto, lo spinning e la mosca; a volte pesco anche a roubasienne.
Sembrerà strano, ma ho un’ ottima attrezzatura da mosca che utilizzo sia pur raramente per mancanza qui di acque idonee.

Le canne che uso per ogni tipo di pesca, sono però sempre le stesse e le più vecchie (non ho mai rotto una canna e le più vecchie sono ancora abitualmente utilizzabili, in quanto top di gamma dell’ epoca); tantissime le ho usate solo pochissime volte, ma l’ alto numero di canne in mio possesso è dovuto, oltre al fatto che non le ho mai rotte, alla attività agonistica che ho praticato intensamente sia al mare che in acque interne dal 1977 al 2005. Ciò nonostante sono più che convinto che chi prende il pesce è il pescatore e non l' attrezzatura, per cui invito i giovani a conoscere prima i pesci e poi a spendere i soldi per attrezzature più qualificate. Ai genitori invece raccomando di non viziare i propri figli comprandogli tutto ciò che vogliono, nello specifico canne di alta qualità (quando lavoreranno e guadagneranno, se le compreranno con i loro soldi).

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Non conosco il cosiddetto “cappotto” da anni, in quanto pratico la tecnica più adatta al pesce ed alla stagione in quel momento, tanto è vero che in inverno frequento anche i laghetti a pagamento. Ovviamente parlo di quelli a trote e non mi sognerei mai di andare a pescare in quelli popolati da pesci gatto; odio infatti i pesci gatto ed i siluri (che fortunatamente dalle mie parti non esistono), e tutti gli alloctoni dannosi alla ittiofauna d’ Italia. Quando accidentalmente catturo un pesce gatto o un pesce strano (è rarissimo, ma può capitare) lo sopprimo immediatamente. Normalmente pesco dalle 6 del mattino alle 11 o alle 12 e mediamente vado sulla decina di chili per volta; mi è capitato anche di prendere 38 chili di pesce in cinque ore, a roubasienne sul Locone. Negli ultimi tre anni poi, i 15 e passa chili sono molto frequenti ... al mare ovviamente è già un miracolo se si pesca qualcosa: non c' è quasi più nulla (si intende, rispetto alle acque interne).
A questo proposito vale la pena riferire di penose esibizioni fotografiche sul web, di pescate che, quando raggiungono quelle fatte da me, si riferiscono sempre a quelle fatte in tre o quattro persone, che qualcuno spaccia per proprie ... miserie umane di "bambocci" alle prime prese con la pesca.
A questo proposito vale la pena riferire di penose esibizioni fotografiche sul web, di pescate che, quando raggiungono quelle fatte da me, si riferiscono sempre a quelle fatte in tre o quattro persone, che qualcuno spaccia per proprie ... miserie umane di "bambocci" alle prime prese con la pesca.

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Il Catch & Release è una scelta di vita, una filosofia che, se limitata all’ individuo, è rispettabile, ma se la si vuole imporre a tutti i pescatori, come attualmente pontificano alcuni Guru della pesca sportiva virtuale e cartacea, diventa da un lato un atteggiamento talebano, dall’ altro limitante della libertà della persona.
Voler parlare ossessivamente di questa problematica … significa disquisire sul nulla.
Io comunque rilascio tutto il pesce pescato in acque interne, tranne le trote ed i persici, che in minima parte mangio e per il resto regalo; il pesce di mare, tranne i cefali del porto, non mi sogno minimamente di rilasciarlo e, poiché non ne mangio affatto, lo regalo ugualmente..

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Nulla.
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Bene, ero certa che sarei rimasta piacevolmente sorpresa dal far la sua conoscenza, Dr. Stanzione ... lei è una persona istruita, di cultura, educata a sani principi e valori d’integrità morale…certo, a vederla, con quella barba nera, incute un po’ di “timore”, lo ammetto ... ma ... come ha scritto il grande Maestro Allevi “ ... ho coltivato nel mio spirito un giardino di rose, l’ho nascosto dentro una scorza dura ...”, questa frase le si addice particolarmente.
L’apparenza, sovente, inganna ... il dialogo, tra animali razionali, quali noi uomini dovremmo essere, sfata ogni diceria ... ogni calunnia ... bisognerebbe imparare a farne un uso migliore ... La ringrazio, Dr. Stanzione, e rinnovo la mia stima nei suoi confronti ... PROSIT!!!
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L’apparenza, sovente, inganna ... il dialogo, tra animali razionali, quali noi uomini dovremmo essere, sfata ogni diceria ... ogni calunnia ... bisognerebbe imparare a farne un uso migliore ... La ringrazio, Dr. Stanzione, e rinnovo la mia stima nei suoi confronti ... PROSIT!!!
A me non resta che ringraziare, per questa simpatica intervista, Elisabetta Pansini che, come avrete notato dalle sue domande, tradisce una conoscenza della pesca sportiva sicuramente superiore a quella di qualche "pescatorello di plastica" che assurge sovente a ruoli di "Maestro" o di "Boss" della pesca ... virtualmente ... ovviamente, e sempre tra i suoi imberbi supporters.
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* Testi a cura di Elisabetta Pansini e Franco Stanzione.