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Franco Stanzione

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- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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venerdì 6 settembre 2019

6 settembre 2019 - I cavedani della fiumara di Atella

Stamattina ero diretto sul fiume Ofanto per una battuta a spinning nei pressi di Canosa, zona che non visitavo da una ventina d'anni e comunque relativamente vicina a casa mia.
Purtroppo, a causa dello stress degli ultimi giorni, non ce l'ho fatta ad alzarmi da letto quando è suonata la sveglia alle 4.30; avevo bisogno di riposare ancora, per cui ho dormito fino alle 7.00 e sono insolitamente uscito di casa alle ore 8.30 ... cosa stranissima per me. 
Arrivo in quel di Canosa e vedo l'Ofanto color marrone, probabilmente per le piogge a monte; non demordo e arrivo fino a Rocchetta Sant'Antonio dove, purtroppo, la situazione era ancora peggio.
Avevo fatto ormai più di 100 chilometri e di tornare indietro a vuoto non mi andava, per cui ho deciso di fare l'ultimo tentativo una quindicina di chilometri ancora più a monte, sulla fiumara di Atella, un affluente dell'Ofanto sulla sponda lucana.

 
Qui, per fortuna, anche se l'acqua era opalescente, la situazione non era tanto tragica come nell'Ofanto, ed ho iniziato a pescare.


Non molte le catture (circa una decina di cavedani) ma, in compenso, ho scappottato da una giornata che era iniziata malissimo.


Ho pescato a scendere, fino alla confluenza della fiumara di Atella con il fiume Ofanto che, come si vede dalle foto, era molto più torbido.


"Dulcis (per dire) in fundo" ... una pianta di pomodoro sul greto della fiumara ... 


* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.