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Chi leggerà del mio modo di intendere la Pesca, di come la pratico o anche delle mie "follie", se condividerà ed avrà il piacere di ritornare a farmi visita mi onorerà; chi non condividerà ed avrà obiezioni nel merito e deciderà di non rivedere mai più il mio blog ... mi farà un piacere.

Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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venerdì 14 febbraio 2014

14 febbraio 2014 - Fiume Frida ... con "cappotto"

E' da venerdì scorso che avevo una gran voglia di ritornare "a trote" in Val d'Agri, ma le piogge dei giorni scorsi hanno reso il fiume Agri simile al caffelatte, per cui ieri sera ho pensato di cambiare meta ed optare per una destinazione diversa. 
Pensiero e azione: stamattina alle 5.00 sono partito alla volta del fiume Frida, affluente di destra del Sinni, su cui non pescavo da almeno venticinque anni; alle 7.00 ero già sul posto, dopo aver percorso 214 chilometri, con buona pace di "tutor" ed "autovelox", che ultimamente mi stanno perseguitando.
La tranquillità del viaggio è stata turbata solo dall'apprendere, tramite la radio, che uno degli italiani più deficienti sulla piazza sta per diventare Presidente del Consiglio dei Ministri; siamo al si salvi chi può ... S.O.S. ITALIA!


Fiume stupendo ... ma con troppa acqua e molto veloce.


Una sottile e continua pioggerella mi ha accompagnato per tutto il tempo che ho pescato. Purtroppo non ho avuto nemmeno una "toccata".


Ho provato a pescare in buche nelle quali se io fossi stato una trota non avrei avuto dubbi a stabilirmi ... ma nulla. 


Non so, a questo punto, se la cosa è dipesa da me o dal fatto che il pesce non gira o ce n'è poco ... eppure il fiume era stupendo.


Ho pescato per circa tre ore, dopo di che (lo confesso) mi sono talmente "scocciato" che ho deciso di ritornare a casa, godendo però del bellissimo panorama offertomi dalla Valle del Sinni, ma riportando il secondo "cappotto" consecutivo di questa stagione di pesca alla trota in Basilicata ...


... ma non sarà anche (forse) che l'apertura anticipata alla prima domenica di febbraio (in piena stagione invernale e con i fiumi in piena) è l'ennesima grandissima "cazzata" di chi gestisce la pesca in questa regione?

* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.

venerdì 7 febbraio 2014

7 febbraio 2014 - Apertura della trota in Val d'Agri con "cappotto"

E' ormai tradizione, da quando la Regione Basilicata ha stabilito alla prima domenica di febbraio l'apertura della pesca alla trota, che questa giornata debba essere funestata dalla pioggia e dal maltempo.
Questa "prassi" non si è smentita nemmeno quest'anno ed infatti, dopo cinque mesi di trepidante attesa, domenica 2 febbraio non è stato possibile andare a fare l'apertura della pesca a causa della pioggia che ha, tra l'altro, fatto ingrossare i fiumi della Val d'Agri con conseguente acqua torbida e veloce.
Questa mattina però, approfittando delle previsioni meteo che davano buon tempo per venerdì 7 febbraio, anche se un po' più tardi del solito (ore 6.30) sono partito da Molfetta alla volta del torrente Sciaura, sotto Grumento Nova (ho percorso 230 chilometri in due ore e cinque minuti ... alla faccia dei tanti autovelox che ho beccato di recente).
Appena giunto al bivio della fondovalle dell'Agri con Moliterno-Viggiano, la visione del momte Sirino innevato mi ha a dir poco estasiato ... un panorama bellissimo!


Poco dopo ho raggiunto il torrente Sciaura nel solito posto a me caro e, dopo aver parcheggiato la mia nuova Toyota Auris che, per la prima volta ho portato in quei luoghi (alla chiusura della pesca a settembre 2013 avevo ancora la Megane rossa), mi sono avviato per il solito viottolo nel bosco ...


... fino a raggiungere la mia "briglia" preferita. L'acqua era su di livello ed opalescente ...


Purtroppo, sia lì che a monte, non ho avuto la benchè minima abboccata, per cui ho deciso di andare sul fiume Maglia a Sarconi.


Qui il Maglia era molto ingrossato e l'acqua "sparava" che era una bellezza ... risultato: "cappotto" anche qui.
Mi sono consolato, come al solito, con una bella mangiata alla Locanda di Santo Martino ... alle ore 16.00 ero già a casa, a Molfetta.
Non fa nulla che la mia stagione di pesca alla trota sia iniziata con un nulla di fatto, ma l'importante è stato aver goduto di una bellissima giornata in posti bellissimi e soprattutto senza la presenza umana.
In fondo lo scopo di andare a pescare è quello di vivere un po' meglio di quanto offra il quotidiano: io oggi ho vissuto, al contrario di tanti che consumano la loro inutile vita rincorrendo soldi e notorietà.
Che bello essere nessuno!!!

* Testo e foto a cura di Franco Stanzione.

mercoledì 5 febbraio 2014

Pesca in Puglia col farmacista

Qualche giorno fa il mio amico Walter Scandaluzzi, pescatore di Biella ma novarese e amante di quelle acque, meglio noto nel web alieutico come Walter il Cavedano, mi ha chiesto di rilasciare una intervista per il suo blog PESCA E PESCA.
Essendo Walter un pescatore purosangue di quelli di una volta, e non come tanti ragazzacci di mia conoscenza che vanno a pesca solo per esibirsi o per millantare credito di se come grandi maestri sul web, non ho potuto non acconsentire.
Il testo dell'intervista, dal titolo Pesca in Puglia col farmacista ed ovviamente visibile sul blog di Walter PESCA E PESCA, corredato anche da foto di repertorio che mi riguardano, è il seguente. 

Siamo con Franco Stanzione nato a Molfetta (BA) il 18 novembre 1955 e residente a Molfetta. 
Titolare di una rinomata farmacia a Bari, è stato anche lo storico priore di una confraternita della sua città.
- Dicci qualcosa di questo e del significato della cosa nella tua città e credo in molte parti del sud Italia. 

Ti riferisci a cosa? All’essere stato priore? Non penso che sia un argomento che possa interessare a qualcuno in questa sede … fa parte di una delle cose a cui tengo di più nella mia vita, fin da quando sono nato, in quanto facente parte della identità della mia città … parliamo di pesca, piuttosto. 

Lo conobbi online in un forum oltre 10 anni fa. Ci volle un bel po’ prima di capirci a vicenda e stimarci ma ci siamo riusciti. 
E’ un blogger come me e il suo blog è http://unavitaperlapesca.blogspot.it dove trovate una intervista a lui al link http://unavitaperlapesca.blogspot.it/2010/07/intervista-con-l-assassino.html da cui potete desumere molto del personaggio in questione e di cui condivido la filosofia che il No Kill deve essere una scelta individuale e non una imposizione psicologica e che il pescatore deve solo attenersi alle leggi e ha il diritto di non aver rotto i cocones ogni volta che mette ONLINE UNA FOTO DI UN PESCE MORTO.
Anche dato e considerato che il pesce è sempre stato un alimento per la razza umana e non solo……ditelo a cormorani o ai siluri di fare il No Kill …
- Franco dove eserciti la pesca in acqua dolce? So che fai un mucchio di km anche. 

Premesso che la mia scelta di andare a pesca nelle acque interne, anche due volte alla settimana, è motivata dalla necessità di non avere gente tra i piedi (non posso dire tra altro …), per cui frequento posti in cui a volte, nel raggio di diversi chilometri sono completamente solo … 
La maggior parte delle volte pesco sui laghi più vicini a Molfetta (circa 70 km) che sono il Locone e il Basentello, ma abbastanza spesso mi spingo anche oltre, facendo anche 450 km alla volta, tra andata e ritorno. La Puglia, a parte i già menzionati laghi Locone e Basentello ed il fiume Ofanto, semidistrutto dalla incuria e dalla inciviltà umana, non ha altre acque interne, per cui devo necessariamente emigrare nelle acque interne delle regioni limitrofe: Basilicata (che adoro), Campania e Molise. 
Diciamo pure che se voglio pescare al colpo (canna fissa, inglese e roubasienne) non ho bisogno di andare oltre il Locone ed il Basentello (molto pescosi, almeno fino a quando lo permetteranno i rumeni), mentre se ho voglia di pescare a spinning i miei fiumi di elezione sono il Basento, l’Agri e il Sinni in Basilicata. 
Se poi voglio pescare a trote, indiscutibilmente vado nella mia seconda patria, cioè nell’alta Valle dell’Agri. 
Ultimamente ho invece scoperto un posticino davvero bello ed interessante a Greci (AV), il lago Iliade, un laghetto naturale di origine vulcanica ad 850 metri di altezza, immerso tra i monti irpini, dove è consentita la pesca alla carpa (e che carpe!) in estate e alla trota nel periodo più freddo. 

- Parla un po’ delle acque pugliesi e poi delle altre. Quale è l’acqua a te più cara? 

Io parlerei di zona più che di acqua. Mi riferisco all’Alta Valle dell’Agri, dove vado molto spesso a pesca di trote e dove vi sono alcuni corsi d’acqua a cui sono molto legato affettivamente, a motivo di ricordi di gioventù e per le amicizie che ho instaurato con la gente di quei posti, in particolare a Moliterno. Pensa che quando mi sono laureato ho fatto una tesi sull’uso in passato delle piante medicinali di quella zona, un lavoro di grande valenza storica e scientifica, che mi ha permesso (a spese di mio padre, allora) di rimanere in quei luoghi per diverso tempo … anche a pescare. 
Le acque in questione sono quindi i fiumi Agri e Maglia e il torrente Sciaura … che fra i tre è quello che prediligo. 

- E’ insolito che un pescatore che abita vicino al mare frequenti di più le acque interne. Come mai? 

Mi pare di averlo accennato all’inizio di questa intervista il motivo di questa scelta: la ricerca di un momento in cui stare completamente da solo. Non a caso vado a pescare prevalentemente durante la settimana (venerdì e sabato) e quasi mai di domenica. Non mi piace nemmeno la compagnia di altri, anche se amici, a parte comunque pochissimi, tra i quali un carissimo amico di Palazzo San Gervasio, persona squisitissima e garbata … chissà perchè lucano e non pugliese o molfettese. 

- Sei stato un garista; Cosa ne pensi della FIPSAS? (di’ le cose in modo e maniera piccante ma senza esagerare … confido in te) 

Sono stato garista, anzi un accanito garista, sia al mare (canna da riva e qualche volta surfcasting) che nelle acque interne (colpo e trota lago), sempre con buoni risultati a livello locale (sempre tra i primi tre di settore). Diversamente è andata quando per dieci anni consecutivi mi sono qualificato alla prima prova del Campionato Italiano al Colpo (Ostellato e Cavo Lama) … ma lì parliamo di livelli proibitivi per i garisti del sud. Ho smesso per sempre con le gare quando nel 2004 ho raggiunto l’obiettivo massimo che mi ero prefisso: superare la prima prova ed accedere alla seconda. 
La F.I.P.S.? … tu mi chiedi della F.I.P.S.? Non la chiamo F.I.P.S.A.S. perché io sono un pescatore e delle attività sub e del nuoto pinnato non può “fregarmene de meno” … Pur essendo il presidente da oltre vent’anni del Pesca Club Molfetta, società affiliata alla Sezione Provinciale di Bari, della F.I.P.S. a livello nazionale non ho una buona considerazione, perché la ritengo una federazione che ha ormai fallito completamente nei suoi obiettivi originari che dovevano essere la tutela e l’incremento del patrimonio ittico nazionale ed il miglioramento dell’ambiente naturale. 
In che modo questi obiettivi vengono perseguiti? Organizzando solo gare? Immettendo nella federazione robaccia tipo il nuoto pinnato in cui vedo “menate” del tipo “rugby subacqueo”, e di ciò se ne parla anche nelle riviste ufficiali che dovrebbero essere rivolte solo ai pescatori? Non vado oltre perché se dovessi esprimere poi cosa penso di altro rischierei una querela. 

- Ho la sensazione che le acque del Sud siano molto poche ma di buon livello ambientale e in grado di regalare catture di pesce autoctono pregevoli. Sensazione sbagliata? Se sì quali sono le acque migliori per te sotto questo punto di vista? Il tuo spot preferito? 

Dici bene quando esprimi la sensazione che le acque del sud siano poche (anche se bisogna cercarle e cercandole si trovano) e che il pesce è autoctono … e grazie, non si fanno ripopolamenti, tranne che in Basilicata con misere quantità di trotelle immesse tra l’altro in maniera e tempi sbagliati, perché lì la cosa è gestita più da incompetenti che da addetti ai lavori, quali i pescatori, che sono quelli che vivono le problematiche ambientali e della pesca sul campo e non con il sedere appiccicato ad una poltrona di un ufficio della provincia o della regione. 
Quanto alla mancanza di degrado ti sbagli, perché invece, a fronte di una bassa pressione piscatoria (i pescatori sono davvero pochi … forse sono più i rumeni e i cinesi) le acque sono poco curate dal punto di vista del rispetto dell’ambiente, perché scarichi fognari e industriali a parte, la gente del sud riversa in esse gli stessi rifiuti che abbandona per strada. 
Dicono di Napoli, ma provate a venire in Puglia e vedete cosa c’è ai bordi delle strade, statali e provinciali … un vero e proprio schifo, che non c’è invece in regioni civilissime tipo le Marche, in cui ci ho abitato diversi anni per motivi universitari. 
I miei spot preferiti sono comunque le acque correnti, più che le acque ferme. Qui mi piace molto pescare a spinning. 

- La tua cattura più grossa? Quella che ritieni più insolita e quella più gratificante? 

Non ho mai mirato alla cattura grossa, quanto alla quantità e alla tecnica … non mi piace stare ore ed ore in attesa della cattura da trofeo, preferisco “essere in azione” più che attendere. Pertanto più che di catture gratificanti, parlerei di giornate gratificanti, che sono senza dubbio quelle passate pescando a trote, anche perché sono quelle più rare, considerati i chilometri che devo macinare per raggiungere i corsi d’acqua idonei a questa pesca. 

- Dicono che la tua attrezzatura sia più vasta di 10 negozi di pesca….è vero? 

Diciamo di sì, per il semplice motivo che pratico tutti i tipi di pesca, sia al mare che nelle acque interne. Ho circa 500 canne e una ottantina di mulinelli. Ultimamente poi sono stato contagiato dal fascino di una disciplina di pesca di origine giapponese, tipo a mosca, che si chiama “Tenkara”, per la quale mi sono attrezzato acquistando un certo numero di canne direttamente dal Giappone. E’ praticamente la pesca che si vede fare a Sampey nei famosi cartoni. 

- Cosa ne pensi degli scrittori di pesca compreso me? 


Non ti considero uno scrittore di pesca ma un malato della pesca a cui piace scrivere di pesca, altrimenti con te nemmeno ci parlerei; quanto agli altri … devo proprio dirlo? 
Dal 1976 al 2005 ho acquistato mensilmente quasi tutte le riviste del settore. Quando mi sono reso conto della differenza tra quello che proponeva un tempo gente del calibro di Mario Altertarelli, Alberto Marchi, Giandomenico Bocchi ed altri di quella generazione, e quello che “propinano” (sì … “propinano” è il termine esatto) attualmente i pennivendoli mercenari della pesca sportiva odierna che io chiamo “pesca di plastica”; quando ho preso coscienza che ormai le riviste di pesca erano diventate inutili ai fini didattici (strapiene di pubblicità e di articoli demenziali che vedevano protagonisti calciatori e gente dello spettacolo televisivo messi lì solo per fini di lucro) e che ormai le leggevo solo seduto di prima mattina sul “water”, prima di andare a lavorare … beh, da allora in poi ho chiuso con le riviste di pesca. La gran parte di questi pennivendoli non è nemmeno giornalista, ma gente che non volendo o non sapendo fare altro nella vita, si è inventato di fare lo “scriba” di articoli sulla pesca sportiva, oltretutto redatti in un italiano che mi limito a definire tra i meno corretti. 
Non vado oltre, caro vecchio Cavedano, ti ringrazio per la tua attenzione nei miei confronti. 

* Intervista a cura di Walter Scandaluzzi, tratta dal blog PESCA E PESCA.