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Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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lunedì 12 gennaio 2009

L'arte della/nella pesca

di Maurizia Gentili.
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Casualmente sono venuto a conoscenza del blog dell' artista Maurizia Gentili, dal nome "Le carte di Mauri" (http://lecartedimauri.blogspot.com) e vi ho trovato una piacevole sorpresa: alcune scatole porta oggetti per la pesca a mosca, da lei artisticamente dipinte.
Mi sono talmente piaciute che ho voluto subito mettermi in contatto con l' artista e chiederle il permesso di pubblicare le foto delle sue opere sul mio blog, corredate magari da un suo pensiero.
Maurizia mi ha gentilmente concesso di realizzare questo mio desiderio.
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L'arte della pesca, ripeto arte, in tutte le sue manifestazioni, dalla conoscenza delle varie tecniche, dei materiali, dell'ambiente, mi accompagna da quando iniziai a seguire sui fiumi mio padre e mio fratello: si andava sul Trebbia e qualche volta in Po (allora era ancora possibile) ... Non ho mai partecipato attivamente ad essa, ad esclusione di quando, già grandicella, mi feci convincere a pescare con il cucchiaino ... dopo alcuni tiri non male mi avvolsi intorno al collo filo ed esca, e li terminò la mia carriera di pescatrice!!!
La pesca a cucchiaino mi piaceva perchè non si era mai fermi nel solito punto e si camminava tanto, dalla pianura alla collina!!! Era anche un' occasione per fermarsi con la compagnia in qualche isolata osteria a fare merende.
Iniziai in quel periodo a dipingere soggetti di pesca, spronata dagli amici.
Poi ci fu la conversione alla mosca (speriamo in futuro non sia alla pesca di altura, non so nuotare) ... e oltre alle stampe (acquaforti e acquatinte) agli acquarelli e agli oli ho iniziato a decorare le scatole porta esche.
Ammiro la pazienza che usano nella costruzione di questi artificiali , veri piccoli capolavori: e i materiali!!! Dai più comuni a quelli più strani ... le coccinelle, le formiche, effimere, sommerse, secche ecc., una per ogni ora della giornata.
Il momento che più mi piaceva della pesca era verso sera.
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Le scatole sono decorate con diversi tipi di pesce a seconda delle preferenze del pescatore ... chi nutre un grande amore per la trota, chi per il temolo, ecc ... qualche amico ogni tanto se ne andava in Scozia o Norvegia alla pesca del salmone, o nella vecchia Jugoslavia ... allora erano racconti su racconti, foto e prove tangibili ...
Nel 2008 ho partecipato alla Fiera di Vicenza e da alcuni anni in Giugno a Caste di Sangro, in Abruzzo, alla Manifestazione "L'arte della pesca, la pesca nell'arte", organizzata dalla Scuola Italiana della Pesca a Mosca.
So che esistono conflitti fra i praticanti dei vari tipi di pesca, l'accetto, è naturale ... ma esorto ogni pescatore a vivere intimamente questo contatto con la natura, a sentirsi parte di lei, a rispettarla ... e a continuare a praticare questa rilassantissima arte!!!
Buona ......... (non si dice!!!).
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* Introduzione di Franco Stanzione.
* Testo di Maurizia Gentili.
* Foto tratte dal blog http://lecartedimauri.blogspot.com .

giovedì 8 gennaio 2009

Costituita la Sezione Pugliese del Pesca & Padella Club

Grazie al carissimo amico Iuri Ancoretta, volto noto dell' ambiente alieutico del web, nonchè personaggio molto indigesto a mercenari della pesca, praticanti della pesca di plastica o da tastiera e integralisti talebani ad oltranza del C&R, ho avuto il privilegio di poter essere socio fondatore e presidente ad interim della Sezione Pugliese del Pesca & Padella Club.
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GRAZIE IURI

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* Testo di Franco Stanzione.

* Logo gentilmente concesso da Iuri Ancoretta.

domenica 4 gennaio 2009

1983/86 - I miei primi anni da pescatore di trote

Quello della pesca alla trota è sempre stato un mio particolare pallino, ma per me che abito in una città di mare quale è Molfetta, in una regione poverissima di acque quale è la Puglia, questo pallino era piuttosto difficile da concretizzare.
Oltre tutto non conoscevo nemmeno quali fossero fuori regione le acque da trota.
Ma, potenza di quella malattia che è la pesca, lessi un bel giorno su una rivista di settore un articolo sul fiume Maglia a Moliterno, in Basilicata ... e scattò la molla ... bisognava andare a Moliterno assolutamente.
Fu così che ai primi di agosto 1983 iniziò la mia carriera anche di pescatore di trote ... solo che per raggiungere Moliterno bisognava percorrere 210 chilometri ... ma volere è potere, come si dice.
Da allora Moliterno è stata da me eletta come la mia seconda patria.
Moliterno in particolare e tutta la Basilicata, che io preferisco chiamare col nome di Lucania, hanno il potere di far affezionare chi le frequenta, al punto che da allora non ho più smesso di andarci e addirittura la mia tesi di Laurea in Farmacia è stata "Le piante officinali del territorio di Moliterno (PZ) ed il loro uso nella medicina popolare".
Fu una occasione per poter essere in loco ogni quindici giorni, nel lontano 1985, durante tutto il periodo della fioritura che va da aprile ad ottobre (guarda caso coincidente con la pesca alla trota) e poter approfittare della situazione per fare anche qualche pescatina.
Fotografavo le piante in fiore, le raccoglievo e le mettevo a seccare tra fogli di giornale per fare l' erbario, e con me portavo sempre il quaderno su cui riportavo le interviste ai contadini sull' uso popolare di quelle piante e, naturalmente ... la mia cannetta da pesca.
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Nella foto sottostante, scattata il 1° agosto 1983, sono sul fiume Agri sotto Grumento Nova, un paio di chilometri prima della foce nella diga del Pertusillo.
Quella che ho in mano è in assoluto la prima trota pescata nella mia vita.
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E' ovvio che a causa dell' Università (che ho preso in verità con molto ma molto comodo, proprio a causa dei miei "impegni di pesca"), potevo fare le trasferte di parecchi giorni a Moliterno solo in estate.
Infatti le foto sottostanti si riferiscono esattamente ad un anno dopo, il 21 luglio 1984, sempre sul fiume Agri, più o meno nella stessa località della foto dell' anno precedente, nei pressi della cosiddetta "centralina".
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... con le trote ci sono anche due barbi, che non sono della specie "plebeius", come quelli del nord, ma della specie cosiddetta "canina", più piccola di dimensioni.
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Qui sono sul balcone di casa di mia madre (allora ero ancora con "mammà" e papà purtroppo non c' era già da pochi mesi) il 16 luglio 1985 al ritorno da una trasferta Moliternese di alcuni giorni; le catture provengono dall' Agri, dal Maglia e dallo Sciaura.
In quel periodo dopo aver pescato le trote, le ripulivo sul posto stesso e in albergo le mettevo nel congelatore; a fine trasferta le portavo a casa ancora congelate (tanto ci vogliono solo due ore e qualcosa di viaggio da Moliterno a Molfetta).
Spero ora (ma non me ne frega niente) che qualcuno dei seguaci del C&R non si strappi le vesti nel vedere questa ... carneficina. Le trote son tutte di misura, anche se non giganti, e catturate secondo legge.
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A distanza di un mese, il 17 agosto 1985, puntatina mordi e fuggi di un giorno al fiume Frida, il località Cropani, sotto il massiccio del Pollino, sempre in Basilicata ... pardòn ... Lucania.
Quattro trote "annoccate" nel retino ... in quanto nel catechismo ho letto che è peccato rilasciare e non mangiare o far mangiare delle trote pescate in acque cristalline e pulitissime in zone lontane dalla cosiddetta civiltà.
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Poco dopo l' apertura, il 2 aprile 1986, festeggio il mio onomastico sul fiume Maglia a Sarconi (appena sotto Moliterno) ...
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... e ai Piani di Maglia, sotto l' albergo ristorante "Vecchio Ponte" ... il mio campo base per mangiare e dormire.
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Un po' riprendendo quello che è il concetto del mio amico Iuri Ancoretta che ama pescare solo nelle acque del Senese, mi piace pescare a trote solo in Lucania e non in altri posti.
Fa nulla che col passare degli anni non si fanno più le catture di un tempo, ma io sono legato affettivamente a quei posti e non mi sogno nemmeno di andare a trote altrove.
Oltre tutto le poche che pesco il Lucania sono autoctone e raramente di immissione.
A che serve andare in posti pubblicizzati dalle riviste di pesca, per pescare trote immesse e facili da pescare, abbagliati soprattutto dalle sirene di questo o quell' altro albergo che pubblicizza itinerari da favola?
Io detesto questo modo di andare a pesca.
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* Testo e foto di Franco Stanzione.