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Franco Stanzione

Se vuoi conoscere la mia opinione sulla pesca, leggi la

- - - - - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - INTERVISTA CON L' ASSASSINO

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - a cura di Elisabetta Pansini


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sabato 29 dicembre 2007

La mia opinione su ...

IL SILURO


Premessa: io detesto il pesce gatto, nonostante che sia in Italia da ormai tantissimi anni, e a maggior ragione il siluro.
Il pesce gatto, oltre a ritenerlo un pesce dannoso per le uova degli altri pesci, mi fa schifo per tanti motivi che vanno dalla sua viscidità al fatto che ha quelle maledette spine sul dorso ed ai lati delle branchie.
Tutti i difetti del pesce gatto, moltiplicati per mille, li ha il siluro.
Non sto qui a ripetere quali siano i mille motivi per cui il siluro non dovrebbe esistere nelle acque italiane; mi limito solo a dire che mai e poi mai mi sognerei di andarlo a pescare, tanto meno lo toccherei minimamente perchè mi fa letteralmente schifo.
Oltre poi a questo pesciaccio, mi stanno tremendamente sulle "balls" quei suoi estimatori che vanno a pescarlo, in genere con la testa rasata tipo naziskin e piuttosto palestrati, che molto spesso si fanno ritrarre col mostro in acqua, tipo quello della foto sottostante; mi fanno una pena incredibile in quelle foto tutte uguali, a mollo nell' acqua a fare poi che?
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Fino a stasera pensavo che, almeno nelle nostre acque meridionali, questa autentica piaga non esistesse. Purtroppo, navigando tra i siti di pesca, ho trovato la seguente notizia sul sito della A.S.D. Lenza Club San Prisco, in provincia di Caserta (http://www.lenzaclubsanprisco.it/sito):

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Pescato il “pesce siluro” nel Volturno

Villa Literno. Pescato il "pesce siluro" nel Volturno.

Pubblicato dalla redazione "Caserta 24 Ore" il 28 Dicembre, 2007 .

Secondo alcuni è una leggenda metropolitana, secondo altri è un discendente degli antichi mostri marini capitato chissà come nel letto dei nostri fiumi. Se ne parla pure in "Radiofreccia", il film di Ligabue con Stefano Accorsi che sfida la sorte per pescarne uno con le proprie mani. E' il cosiddetto "Pesce Siluro"(Silurus glanis). Un esemplare è stato pescato giorni fa nelle acque del fiume Volturno da un temerario pescatore dilettante di Villa Literno (CE), Raffaelle Chiarolanza, che ha voluto immortalare l'evento con la macchina fotografica.
Lo stesso pescatore ha dichiarato che l'esemplare di Pesce Siluro pesa la bellezza di 65 chilogrammi. Corpo allungato, cilindrico nella parte anteriore e compresso nella parte posteriore del corpo, assenza di squame e pelle ricoperta da grandi quantità di muco, testa massiccia appiattita dorso-ventralmente e recante due paia di lunghi barbigli e di cui un paio più corti, bocca grande con numerosi denti, occhi di piccole dimensioni: così è descritto dai siti specializzati il Pesce Siluro. Ma più che i dati morfologici sono importanti le emozioni che la vista di un pesce del genere suscita negli appassionati. Pietro Cuccaro.
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Dopo una così bella, si fa per dire notizia, c' è solo da augurarsi che questa "schifezza" acquatica non compaia anche nel Locone o nel Basentello, laghi da me abitualmente ed assiduamente frequentati.


* Testo di Franco Stanzione.

* Foto tratte dal web.

venerdì 28 dicembre 2007

Il Lago Andrea a Rapolla (PZ) - Venerdì 28 dicembre 2007

... ovvero "TROTA LAGO CON ANATOLI".

Dopo un periodo di quasi tre mesi in cui sono stato fermo con la pesca, a causa dell' essermi schiacciato un ginocchio tra due auto, con conseguente frattura interna del condilo del femore, ho ripreso l' "attività" alla grande con la trota lago.
Era anche un bel po' di tempo che non portavo insieme mio figlio Anatoli e quindi questa mattina ho deciso di portarmelo a pescare insieme al Lago Andrea di Rapolla.
Data la stagione, non ho avuto il coraggio di esporre il "giovanotto", che ora ha dodici anni, ai rigori delle primissime ore di una giornata invernale; infatti a Rapolla, di questi tempi, la mattina presto la temperatura è molto spesso sotto lo zero.
Ho perciò preferito, pur sapendo che dal punto di vista della pescosità sarebbe stato un "flop", arrivare sul posto verso mezzogiorno.
Al nostro arrivo, al lago Andrea c' erano ancora tre pescatori che poco dopo avrebbero lasciato campo completamente libero in quanto non c' era più verso di sentire una toccata.
Purtroppo questo laghetto è fatto così: le trote mangiano la mattina presto e poi è un crepare farne uscire una dall' acqua.
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Il lago Andrea si trova a Rapolla, in provincia di Potenza, appena ad una quindicina di chilometri da Lavello e quarantacinque da Canosa. Il Monte Vulture sovrasta l' abitato di questa cittadina lucana.
Venendo da Lavello, poco prima di entrare nel paese, si gira a destra e dopo ottocento metri di una stradina si arriva al laghetto.
Il Lago Andrea ha la forma di una pera, è piccolino, come si vede dalla foto, ed è profondo non più di quattro metri al centro; rappresenta però una simpatica realtà nel panorama pescasportivo di una zona che non brilla certo per quello che può offrire agli appassionati di una disciplina quale la trota lago.
Una realtà tra le altre cose molto ben gestita dal suo proprietario Alfonso, che la ha dotata di diversi conforts quali i bagni ed un piccolo bar con negozietto di articoli da pesca fornito di tutto ciò che serve per trascorrere qualche ora di relax pescando.
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Il laghetto è anche sede di diverse gare domenicali, naturalmente tra amici, in cui i premi sono costituiti non da coppe e trofei, ma da roba da mangiare o articoli da pesca.
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Molti frequentatori abituali del lago dicono che lo striscio è una delle tecniche più redditizie ma, per esperienza personale (e sì che io d' inverno ci vado abbastanza sopesso), posso dire che a striscio non ho mai preso una trota; infatti anche nelle varie gare a cui ho partecipato ho sempre pescato principalmente a tremarella e a penna.
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Oggi, anche per la presenza di Anatoli, ho optato per la pesca con la penna, più facile per un bambino che deve tra le altre cose anche iniziare a prendere dimestichezza con il mulinello. Infatti mio figlio, fino ad ora, ha sempre pescato solo a canna fissa ...
... ma io qualche lancio a tremarella l' ho voluto tentare ugualmente.
Certo è che quel figlio mio è davvero un personaggio e a pesca si adatta in una maniera incredibile al ruolo di colui che subito impara quello che deve fare.
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Basta vederlo ... o no?



Fatto sta che gli faccio vedere come si pesca col mulinello, come si impugna la canna e come si lancia e lui subito si è messo in azione da solo, così come fece lo scorso anno sul Basentello.
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Passa intanto il tempo e di pesci manco l' ombra; ma io lo sapevo già prima di venire a pescare qui oggi, così tardi.
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Anatoli si scoccia un po' e decide di giocare con Tommasino, il gatto di Alfonso, che vediamo nella foto qui sotto.
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Ad Anatoli i gatti ed i cani piacciono moltissimo e famigliarizza subito con loro.
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Dopo un po' si riprende a pescare.
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Sono ormai quasi le 14,30 e nessuno dei due ha avuto una abboccata.
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E' arrivato il momento di farci qualche foto insieme con l' autoscatto.
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Ma mentre ci facciamo le foto, la penna della canna di Anatoli va giù ed una bella iridea viene magistralmente recuperata con arte dal mio giovanotto il cui entusiasmo è alle stelle.
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La trota pescata da Anatoli è destinata ad essere l' unica della giornata.
Non fa nulla; l' importante è essere stati a pesca ancora una volta e soprattutto con mio figlio.
C' è però un "tipo" a cui la giornata è andata molto bene: Tommasino.
Infatti Anatoli, avendo saputo da Alfonso che Tommasino spesso va a fregare le trote ai pescatori per mangiarsele, gli ha fatto dono del pesce da lui pescato.
Dono che, come si vede nella foto sottostante, Tommasino ha gradito molto.
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* Testo e foto di Franco Stanzione.